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Il “superpoliziotto” e Giancarlo Caselli alla sera sulle mafie

Il “grande orecchio”, una squadra che in incognito spia i movimenti dei clan e dei suoi capi. Uomini e donne senza nome e senza volto, che per motivi di sicurezza affrontano una missione importante nel più completo anonimato. Sono gli agenti della Sezione catturandi della squadra mobile di Palermo. Ci sarà uno di loro, I.D.M. per convenzione, sul palco del teatro Nebiolo di Tavazzano stasera insieme al magistrato Giancarlo Caselli e al regista lodigiano Giulio Cavalli. “Catturandi. Da Provenzano ai Lo Piccolo: come si stana un pericoloso latitante”, questo il titolo del libro testimonianza in cui il giovane poliziotto, classe 1973, racconta le dinamiche operative della squadra impegnata nel ricostruire la rete di connivenze che da sempre protegge i latitanti più pericolosi di Cosa nostra, che sarà presentato sul palco di via IV Novembre. Leggi ed esperienza professionale, regole e istinto, competenza professionale e capacità di improvvisazione, questi alcuni degli ingredienti necessari per trasformare un poliziotto in uno specialista della Catturandi. Vietato qualsiasi ripresa audio e video per proteggere l’anonimato dell’autore durante la serata dedicata alla lotta contro le mafie. Sarà assente per motivi personali il magistrato Raffaele Cantone. Ci sarà invece la testimonianza di Giancarlo Caselli (nella foto) che, pungolato dalla domande del direttore artistico del Nebiolo, Giulio Cavalli, attore antimafia sotto scorta, parlerà del suo libro “Le due guerre. Perché l’Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia”.

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