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Arrestato “La Tuta”, il superboss

tuta02-k4vH-U43060948947636MgD-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443La sua sorte era segnata. Vigilantes, l’esercito e gli ex complici, i fratelli «Los Viagras», gli davano la caccia in modo aggressivo. Alla fine Servando Gomez Martinez, detto «La Tuta», 49 anni, ex maestro e boss narcos è stato arrestato a Morelia, Michoacan, in Messico. È un personaggio notevole, leader dei Cavalieri Templari, capace di ordinare omicidi, di gestire traffici criminali ma avendo anche un occhio sulla comunicazione. Uno dei pochi padrini a diffondere video su Youtube per difendere la propria posizione e accusare i nemici. Ricercato anche dagli Usa, sulla sua testa c’erano diverse taglie, compresa una di 5 milioni di dollari.

La Tuta prima faceva parte della leadership della Familia Michoacana, in seguito si è staccato, creando i Cavalieri Templari e li ha trasformati in un’organizzazione temibile specie nello stato di Michoacan. Alla base del gruppo una sorta di codice «religioso» imposto dal boss ai suoi uomini. Queste alcune delle regole: i membri devono battersi contro il materialismo, l’ingiustizia e la tirannia nel mondo; dobbiamo proteggere i deboli, gli oppressi, le vedove e gli orfani; bisogna essere umili e cortesi; ci tradisce i templari sarà punito con la morte, i suoi beni confiscati e la sua famiglia avrà lo stesso destino. E in linea con questa rappresentazione di «paladini della società», i criminali hanno spesso conservato nei covi elmi, spadoni e «santini» in omaggio ai cavalieri crociati.

In realtà dietro lo schermo di parole, i Templari si sono rei protagonisti di stragi, traffici d’ogni tipo, dalla droga ai software. L’ultimo settore nel quale hanno investito è stato quello dei minerali e ciò malgrado la pressione dei tanti nemici. Negli ultimi mesi le operazioni contro i Cavalieri sono aumentate e numerosi congiunti del boss sono caduti nella rete dei militari. Altri sono morti in conflitti a fuoco in una zona dove si combattono numerosi cartelli, tutti feroci. La Tuta aveva capito che la sua storia era al capolinea, pare che abbia anche cercato di manovrare per sfuggire al suo destino. Di recente, nonostante fosse braccato, ha lanciato l’ennesimo video di propaganda. Tutto inutile, lo hanno preso. Una cattura che servirà molto anche al governo, in difficoltà per la scomparsa dei 43 studenti di Iguala.

(clic)