Nell’ultimo numero di LEFT (è uscito ieri, eh, sono in ritardo io) ho avuto il piacere di intervistare Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, ma soprattutto un amico. E nella nostra chiacchierata ad un certo punto gli ho chiesto se nonostante tutto fosse ancora ottimista e mi ha dato una risposta che mi ha inchiodato alla sedia dicendomi più o meno “se era ottimista Paolo sapendo di dover morire io ho l’obbligo di essere ottimista”. Ecco. In questo tempo in cui tutti ci ordinano di essere ottimisti (pena: rientrare nella folta schiera dei gufi) le parole di Salvatore Borsellino sono il paradigma di come il “dovere dell’ottimismo” nasce dalle grandi idee e dalle grandi persone, mica dagli ordini di scuderia.
Per il resto c’è tanto spazio dedicato alla riforma della scuola (e alla sua infida “comunicazione”) e poi storie, tante storie. Di un mondo che (come scrive Ilaria) ha il dovere di proporre l’utopia.
Buona lettura. E fatemi sapere le vostre considerazioni, se volete, qui.