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Qui: dove anche la foto di un bimbo morto scade quasi subito.

Nello sgombero dell’accampamento a Ventimiglia ci sono alcune piccole scene, gesti minori ma simbolici che meritano un’osservazione:

Le ruspe. Davvero. Non si sarebbe mai creduto che potessero diventare qualcosa di più di uno schizzo sulla maglietta o dalla bocca di Salvini e invece eccole proprio a Ventimiglia. La città che era diventata simbolo dell’accoglienza e che davvero sembrava avere preso coscienza di essere semplicemente una zona di passaggio bloccata dalla miopia politica europea. E invece ecco le ruspe: così Toti (il governatore più trasparente delle regioni italiane) potrà ricamarsi una vittoria sul bavero.
I rifiuti: quegli indumenti trattati da stracci, quelle coperte lanciate nei camion della spazzatura sono oggetti portati molto spesso dai cittadini. Doni. Gesti concreti di un’accoglienza che mentre cerca le proprie regole vorrebbe avere il diritto di restare sospesa. Non è stato sgomberato un luogo illegale: è stata spianata la residenza di un bisogno. Come se si potesse usare la discarica come un tappeto e nasconderci la polvere sotto.
I fogli di via. Nei giorni scorsi chi prestava aiuto è stato invitato ad andarsene con un foglio di via. Oggi possiamo dire che era l’antipasto della smobilitazione. Le istituzioni che ritengono pericolosi gli “aiuti” non organizzate sono spesso le istituzione che hanno paura di mostrarsi nude, sguarnite in qualche dovere che gli spetterebbe. Così “via i migranti, via i bisognosi, via i solidali”: a rileggerle tra qualche anno queste cose ci faranno inorridire. Inorridire.
Il vescovo colpevole di dare da mangiare agli affamati. Il sindaco Ioculano ha criticato la scelta del vescovo di Ventimiglia Antonio Suetta di dare qualche migliaio di euro ai volontari per garantire il cibo sufficiente. La misericordia è un ostacolo al buon governo. Aspettiamo con ansia l’incoronazione di Nerone.
Qui: dove anche la foto di un bimbo morto scade quasi subito.

Ne ho scritto qui.