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Sono evaso dal mio comodissimo lato peggiore.

statonaturale

C’è solo un rischio nel godersi il dolore. E te lo scrivo perché ci ho nuotato dentro per anni e forse ogni tanto ci ricado ancora: convincersi che quello sia il nostro stato naturale. Apprezzarne i ritmi blandi, assopirne le incostanze e prendere la forma della tristezza così tanto e così in fondo, perché te la bevi tutta perché credi di meritartela, che alla fine la forma della tristezza è l’unica forma comoda per appoggiarci il viso. E te ne accorgi perché tutto intorno, tutto, ma proprio ogni cosa di tutte le cose, ti sembra troppo ripida per metterci sopra il piede, ti prende il mal di testa ancora prima del primo scalino e non sentirsi all’altezza ti disabitua a prendere il volo. È naturale, questo sì. E poi comincerai a diventare gelosa del tuo dolore, ti dirai che almeno qualcosa hai il diritto che sia solo tuo, senza sapere che così ti stai concimando per essergli perfetta, al dolore: sola. E alla fine anche l’esser sola ti pesa come colpa, così all’infinito: ogni scelta, una colpa. Così smetti di scegliere e ormai sei andata così lontana che non avresti mai la voglia di prendere per mano qualcuno e riportarlo fin lì. Poi a me è successo così: ho sentito i suoni e ho visto i colori. Sono evaso dal mio comodissimo lato peggiore.