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La corsa di Ahmed

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Ahmed Tunij corre da sempre. Corre da quando era ragazzo, perché correre è stato il mezzo che gli ha permesso di salvarsi la vita. E continua a farlo. Continua a correre. Questa volta, però, per ricostruirsi una vita. Per integrarsi, per sognare, per mettere a frutto i talenti che ha tenuto nascosti in questi anni. Anche se sono stati sfregiati, segnati dalle cose che ha visto. Dalla morte che ha incrociato ma che lo ha risparmiato perché, forse, gli ha riservato un destino speciale. Un destino che qui in Italia, in Puglia, sta lentamente prendendo forma. E che si concretizzerà domenica 12 giugno, quando Ahmed Tunij prenderà parte alla sua prima gara di corsa campestre, al «Trail delle 5 Querce», un percorso di 28 km nel Canyon di Gravina in Puglia, a cui parteciperanno campioni di fama internazionale come Giorgio Calcaterra, attuale detentore del titolo mondiale nella 100 km di ultramaratona.
IL LUNGO VIAGGIO DI AHMED
Per Ahmed sarà un esordio speciale, ed al di là della posizione in cui arriverà, il traguardo più importante l’ha già tagliato. Perché prima di prendere confidenza con questa particolare disciplina sportiva, Ahmed ha dovuto percorrere un lungo viaggio. Un viaggio iniziato 22 anni fa ad Ajah, il piccolo centro nel Sud Ovest della Nigeria, a pochi km dal Benin, in cui il giovane è nato e vissuto con la sua famiglia. Poi le cose sono cambiate. La guerra e l’instabilità politica hanno spinto Ahmed a lasciare il suo Paese per trovare rifugio in Libia. «Ho lavorato sei mesi come tecnico informatico. Ma dalla Libia sono fuggito presto per non finire arruolato in bande armate o essere vittima delle continue violenze inflitte dai ribelli e miliziani dell’Isis». Ahmed, a questo punto, inizia a correre. E come tanti migranti, lo fa via mare, a bordo di un barcone, in uno di quei viaggi interminabili in cui la vita è sospesa fino a quando i piedi non toccano terra. «Fin da piccolo ho imparato a nuotare, e il mare non mi ha mai spaventato però in quel viaggio ho conosciuto un mare diverso, e l’unica cosa che potessi fare era affidarmi a Dio». Il suo viaggio dura 23 giorni. A fine agosto arriva in Sicilia, da dove poi viene trasferito in Puglia, presso il Centro di Accoglienza Straordinaria di Poggiorsini, un piccolo comune della Murgia barese.
(dal Corriere della Sera, continua qui)