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I #ciaone non finiscono: fanno giri immensi e poi ritornano

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Dice Rondolino che il Pd ha vinto. Dice il senatore Esposito da Torino che per il Pd non è andata così male come qualcuno vorrebbe far credere. Peccato che quel “qualcuno” siano gli elettori. Ma vabbè. Dicono in molti che non è un voto politico sul governo Renzi. Certo che no: è contro il governo Renzi. E il dispiacere (da italiano) più grosso è che in fondo i renzini e i renziani siano riusciti ad esibire così tanta arroganza che alla fine diventa difficile discernere il risentimento dalla politica. Comunque:

A Milano Beppe Sala vince male. Certo una vittoria è una vittoria ma quello che doveva essere un calcio di rigore si è trasformato in un successo strappato con fatica ai supplementari. E non so se davvero ci sia molto da festeggiare tenendo conto del fatto che Beppe Sala fosse appoggiato da Pisapia (piuttosto sbiadito), Renzi (ultimamente con un po’ di titubanza) mentre dall’altra parte Parisi dovesse sopportare di avere sullo sfondo le macerie del centrodestra e la faccia di Salvini (e la Gelmini e La Russa per citarne un paio).

A Napoli vince De Magistris contro tutti. Ancora. 
Mentre ci dicevano che non sarebbe mai stato in grado di governare in realtà si è fatto rieleggere dopo 5 anni da sindaco. A Napoli. E chissà se Renzi non si sia reso conto che anche qui le sue parole contro il sindaco sono state un ottimo volano.

A Roma vince la Raggi. Ma anche qui straperde il PD. Giachetti (con faccia sollevatissima) ha promesso opposizione dura in consiglio comunale.
 Lui, da vicepresidente della Camera. Fantastico. Ah, tra le altre cose non solo non c’è stata rimonta ma il risultato è peggio delle peggiori previsioni. Pagherei per avere la drammaturgia dei pensieri notturni di Ignazio Marino.

Torino, beh, Torino […]

(il mio buongiorno per Left continua qui)