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Solo i pesci morti seguono la corrente

buongiornoleft

È allarmante questo fastidio diffuso che si sparge impunemente ogni volta dopo un voto: attenzione, non è contrizione per la sconfitta o una sentita valutazione degli errori compiuti e non è nemmeno banalmente la delusione del tifoso tradito dal partito del cuore ma piuttosto si tratta di un preoccupante senso di superiorità culturale che ammanta i vinti mentre ci convincono di averci concesso l’opportunità di sbagliare. E quando in politica qualcuno vorrebbe imporre la propria valutazione, il proprio sguardo sui fatti del mondo e quando qualcuno pretende di sapere (solo lui) ciò che serve e come serve si sparge in giro un odore di libertà concessa. E non è libera la libertà concessa. La propria libertà e la libertà degli altri non si scontrano in un equilibrio che traballa in base al momento e alla paura: è sistematica, la libertà.

Così le analisi del voto sono diventate ormai un monito. Politici che non ascoltano il voto ma piuttosto lo interpretano giudicando l’elettorato con l’arroganza del maestrino e ostinandosi (impunemente) a volere (loro) un popolo che li rappresenti per davvero. E mentre qualche democratico (d’etichetta, s’intende) ci insegna che chi vota male non dovrebbe votare (i democratici, pensa te; le destre saranno per la fucilazione, probabilmente) l’allarme per questa inversione della politica ormai tutta impegnata a forgiare popoli senza nessuna capacità d’ascolto viene derubricato come becero populismo. E che sia lodato il populismo, allora, di fronte all’oligarchia politicista.

(il mio buongiorno per Left continua qui)