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Il distratto Delrio e quei costi TAV

Quello che volevo scrivere l’ha detto Pippo Civati:

«Delrio ha annunciato una ‘revisione’ della Tav che porterebbe a un risparmio per le casse dello Stato di 2,6 miliardi di euro, con la linea che invece di ‘impattare’ come previsto all’inizio con interventi su nuovi binari e gallerie, utilizzerebbe la vecchia tratta. Il Ministro però dimentica di chiarire alcuni punti, che hanno invece evidenziato i comitati dei cittadini No Tav: la linea si sta rivelando un’opera faraonica e inutile con costi che continuano a lievitare a fronte di vantaggi per le persone molto bassi. Il Governo omette che il risparmio inciderebbe solo su alcune voci dei costi, mentre i tempi della realizzazione si allungano. Gli interventi sul tunnel geognostico (quelli più costosi) restano invariati: Italia e Francia stanno di fatto capendo che per realizzare l’opera (a fronte di fondi che cominciano a mancare) bisognerà procedere per ‘pezzi’, facendo slittare la data dell’inaugurazione oltre il 2050. L’utilizzo della ferrovia esistente è una toppa transitoria che dovrebbe arrivare fino al 2030. Successivamente si procederebbe a costruire la Torino-Lione così come prevista nel progetto originario (ammesso che i fondi vengano reperiti). Per poter essere utilizzata nella cosiddetta fase 1, la linea storica avrà bisogno, nei prossimi 15 anni, di interventi per l’adeguamento che di fatto azzererebbero il risparmio sbandierato dal Governo. Quindi di cosa stiamo parlando? Ennesimo fumo negli occhi di un Governo evidentemente in affanno che si aggrappa a qualsiasi cosa”»