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Caro Borsellino, la favola s’è rotta

Caro Paolo,

anche oggi è il 19 luglio e un anno ancora è via d’Amelio, la bomba, la scorta, il dolore e i vostri tronchi anneriti per terra. Una commemorazione sciancata, qui da noi, il 19 luglio: ricordiamo tutti gli anni una storia che nessuno s’è preso la briga di raccontarci. Abbiamo i buoni, morti, e ci mancano i cattivi. Abbiamo un processo che si è riaperto dopo vent’anni come le ossa che sono state saldate male dopo una frattura e vanno spezzate di nuovo per sperare di guarirle, siamo pieni di gente che commemora anche se nessuno sa.

Caro Paolo,

quella menti raffinatissime si sono fatte Stato e i coglioncelli mafiosi al loro servizio sono stati beffati. Alla fine lo Stato s’è infiltrato nella mafia, mica il contrario, e ogni boss che muore è un’assicurazione sulla vita di quelli che rimangano.

Non sparano più, caro Paolo: un decreto costa meno del tritolo e fa pure meno rumore. La mafia è sparita dall’agenda della politica e un senatore arrestato sembra al massimo un inciampo che può capitare.

(il mio buongiorno per Left continua qui)