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Perché votiamo cretini per governarci?

(Alessio Postiglione scrive un articolo per HP che sembra satira. Ma non lo è.)

Perché eleggiamo cretini per governarci? Potrebbe sembrare irrispettoso e snob ma, nelle democrazie europee, abbiamo una certa predilezione per votare personaggi le cui biografie non sembrano le più adatte: comici, attori, saltinbanchi dei reality, smandolinatori da crociera. Mentre un tempo la politica era grigia perché era seriosa, ci si aspettava che un politico si formasse alla Frattocchie, studiasse i dossier, facesse una gavetta dal quartiere al parlamento, oggi promuoviamo sul campo maschere carnascialesche, che hanno fatto della battuta greve la loro raison d’être.

E questo non significa non riconoscere la loro validità politica. In questo post, spiego le ragioni politiche della vittoria di Trump. Tuttavia è indubbio che il neo presidente americano, come già Berlusconi o Grillo, seppur non cretini, siano un’altra cosa: spettacolo prestato alla politica. Portatori di un linguaggio diverso e spensierato, fatto di “vaffa”, corna, battute sulle donne, che ha definitivamente spazzato via i grigi “professoroni”, il culturame, i sociologismi d’antan.

Alla rappresentanza politica si è sostituita la rappresentazione, alle drammatiche disquisizioni da “intellettuali da Magna Grecia”, la commedia. Il giornalismo si è trasformato di conseguenza: prima infotainment, oggi satira nei teatri. Sia nei media che nella politica, cos’è ragionamento e cosa cabaret?

Molte le ragioni di queste nuove leadership. È la logica dei Nip – not important person – che ha prevalso sui Vip, secondo la dinamica dei reality e del Grande Fratello. È la mediatizzazione della politica, per la quale servono physique du role e non éminence grise. È la controdemocrazia del pubblico, parafrasando i politologi Pierre Rosanvallon e Bernard Manin, che si basa sull’espressione reiterata del dissenso, dietro schermi e pc, e che tende a premiare cioè che Sergio Fabbrini ha definito élite negative. Ma c’è un motivo in più.

La politica soffre di “selezione avversa“, per cui si sceglie sempre la cosa sbagliata.

(continua qui)