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Ndrangheta dentro Milano

Monologo “A cento passi dal Duomo” inaugura la stagione al Teatro della Cooperativa
Giulio Cavalli: “Una realtà che la politica sottovaluta”
“Falso dire, “non vogliamo far entrare la criminalità in città”. Preferiremmo sapere che hanno trovato il modo per estrometterla, è da trent’anni che la mafia è a Milano”. Giulio Cavalli apre stasera la stagione del Teatro della Cooperativa con “A cento passi dal Duomo”, monologo scritto a quattro mani con il giornalista Gianni Barbacetto. “Un teatro giornale sempre aggiornato ch eseguirà l’avvicinarsi dell’expo, sperando che il percorso non diventi una Via Crucis”, sottolinea l’attore, più volte minacciato dalla mafia, ieri sera ospite di Santoro. Rispetto alla versione di quest’estate dove l’attore faceva nomi e cognomi delle persone “coinvolte”, “la versione di oggi”, afferma Cavalli, “mostra anche le facce”. “C’è un video con Vincenzo Macrì, direzione nazionale antimafia, che dice: è da 15 anni che dichiaro Milano capitale della ‘ndrangheta, ma ora che c’è l’Expo non so più come dirlo”. “Sentiremo le telefonate di minaccia subite dall’avvocato Ambrosoli”, anticipa l’attore, “e le testimonianze sulle infiltrazioni criminali alla Malpensa e in viale Sarca, con i Fratelli Porcino. Ci sarà anche il video del sindaco Moratti che dice, “la mafia a Milano non esiste””.  Ma se “A cento passi dal Duomo” è, come conferma Cavalli, “un monito per far sì che la politica prenda posizione”, Renato Sarti, direttore artistico del teatro, ha scelto la sua linea. Con una stagione (35 titoli di cui un quarto novità) dove l’impegno e la comicità doc sono protagoniste. […]

Livia Grossi

 

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