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De Magistris tra leggi vergogna, elogi ai pregiudicati ed elezioni regionali

Luigi De Magistris, eletto parlamentare europeo, è ora anche Presidente della Commissione per il controllo dei bilanci. Strano segno del destino. Dopo aver dovuto abbandonare il suo lavoro di pm anche per aver indagato, con la sua inchiesta Poseidon, su un presunto uso illecito di denaro pubblico legato agli aiuti comunitari per 200 milioni di euro, oltre che per aver portato alla luce, con Why not e Toghe lucane, un intreccio oscuro tra imprenditoria, politica e settori della magistratura, la cosiddetta “Nuova P2”, oggi si ritrova proprio a poter controllare e garantire la trasparenza dell’investimento dei finanziamenti comunitari nei paesi aderenti all’Ue, in primo luogo l’Italia, dove la dilapidazione del denaro pubblico è una costante da decenni, provocata dall’ingordigia e dall’inettitudine di una classe dirigente corrotta, al servizio di loschi comitati d’affari, che si spartisce la torta degli aiuti destinati allo sviluppo e alla crescita delle zone più disagiate e povere del nostro paese.

De Magistris si è laureato in Giurisprudenza a 22 anni con 110 e lode, a 26, nel 1985, ha superato il concorso in magistratura, e dopo il tirocinio a Napoli, ha cominciato ad esercitare le funzioni giudiziarie come Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, in cui ha lavorato dal ’96 al ’98. Dal 1999 al 2002, dopo aver chiesto il trasferimento, è stato pm a Napoli. Dal 2003 al 2008 sarà pubblico ministero a Catanzaro, e proprio in Calabria toccherà quei fili dell’alta tensione che porteranno alla sua estromissione dalle inchieste che aveva seguito e al successivo abbandono di quello che era stato il suo lavoro e la sua passione, costato infiniti sacrifici.
Luigi De Magistris la giustizia se la porta nel sangue, nel Dna, appartiene infatti ad una famiglia che ha dato in linea diretta già tre esponenti alla carriera magistratuale. Suo bisnonno fu oggetto di attentato per aver perseguito il malaffare nei primi anni dell’Unità d’Italia. Anche questi, strani segni del destino. Quando annunciò, nel marzo 2009, la sua candidatura per le europee con il partito dell’Italia dei valori, fece sapere che lasciava così “un lavoro al quale ho dedicato quindici anni della mia vita e che è stato il mio sogno, come ha detto qualcuno, la missione di questi anni”.
Appena mette piede in politica, viene eletto europarlamentare risultando il secondo candidato più votato in Italia dopo il Presidente del Consiglio con 415.646 preferenze, e così oggi vigila sui milioni di euro destinati al progresso del nostro paese dall’Unione Europea.
De Magistris ha accettato di parlare un po’ con noi di quello che succede in questi giorni in Italia, tra strane celebrazioni a latitanti defunti, elezioni regionali e candidature che lasciano far sperare.
Tra un po’ ci sono le elezioni regionali, com’è la situazione nella sua regione, la Campania?
La situazione è che noi come Italia dei Valori auspichiamo una forte discontinuità col centro-sinistra. Il centro-sinistra ha governato per molti anni e ha governato abbastanza male, soprattutto per un forte rifiuto della questione morale in alcuni settori in particolare come l’ambiente, la sanità. In questo momento un cambiamento si potrebbe avere solo con un rinnovamento significativo della classe dirigente, con persone che vengono dalla politica ma anche dalla società civile, che insieme stabiliscano un nuovo patto con i cittadini campani per poter dare slancio a una regione che rischia altrimenti di essere governata dai plenipotenziari della criminalità organizzata.
Cosa pensa delle indagini su Vendola e cosa pensa succederà adesso in Puglia?
Sulle indagini su Vendola non commento perché io sono stato magistrato per quindici anni e spetta alla magistratura accertare le responsabilità penali. Devo dire che anche in Puglia il centro-sinistra è crollato sulla questione morale, che è divenuta anche, come si sta accertando in questi mesi, questione criminale. Non c’è dubbio, devo anche constatare che si verifica l’ennesima grave fuga di notizie alla procura di Bari, o comunque con riferimento ad indagini svolte dalla procura di Bari.
E della candidatura della Bonino nel Lazio che ci dice?
Bisogna vedere. Così come le candidature in Puglia, di Vendola, e così quella della Bonino sono le candidature su cui si può ragionare tranquillamente. La candidatura della Bonino è una candidatura che potrebbe essere buona, certo i Radicali devono entrare in un ottica di sapersi confrontare in modo adeguato anche con gli altri partiti che appoggiano la Bonino. In particolare Italia dei Valori ha sempre avuto tra l’altro un atteggiamento molto costruttivo e positivo nei confronti dei Radicali. Io personalmente penso sia una candidatura da sostenere.
Ieri lei ha detto che “ci si inchina ad Hammamet per genuflettersi verso Arcore”. Che giudizio dà a questa riabilitazione di Craxi tra l’altro anche da parte del Presidente della Repubblica?
Quella di questi giorni e una vera e propria vergogna politica e istituzionale, che tra l’altro coincide negli stessi giorni in cui Paolo Borsellino avrebbe fatto 70 anni. Questo è un paese che ormai considera eroe Mangano lo stalliere o Craxi. Quindi considera eroi i mafiosi o i corrotti, mentre a chi ha contrastato il crimine organizzato, a chi è vittima di mafia, magari si fa semplicemente un ricordino che vale la decima pagina di un giornale. Questa riabilitazione politica è per dare ancor più forza a Berlusconi, che è figlioccio di Craxi, figlioccio politico. Non dimentichiamoci che il potere mediatico di Berlusconi nasce e si consolida proprio attraverso il rapporto con Craxi. Se Berlusconi ha un potere così grande è perché gliel’ha consentito Craxi, ed ecco perché adesso la televisione di regime e il sistema castale del potere politico e istituzionale deve riabilitare l’immagine di Craxi continuando nell’opera di demolizione dell’inchiesta Mani Pulite, che invece rimane una pietra miliare nella storia giudiziaria e contemporanea del nostro paese. Quindi do un giudizio scandaloso su quello che sta avvenendo in questi giorni.
Al Senato è passato il processo breve. Cosa ne pensa e cosa pensate di fare alla Camera?
Questa è un’altra legge vergognosa, ma non c’è nulla di nuovo sotto al sole. Ormai sono sedici anni che il parlamento è bloccato per trovare una soluzione legislativa ai processi di Berlusconi. Ci hanno provato da ultimo con il Lodo Alfano del Ministro dell’Ingiustizia che si chiama Alfano, la Corte Costituzionale ha ripristinato la legalità costituzionale, ma immediatamente dopo, come aveva preannunciato Gasparri, si sono trovati ulteriori cavilli giuridici e legislativi per sottrarre Berlusconi ai processi. Questa è la legge sulla prescrizione breve, una legge indegna, perché sottrae al giudizio una serie di categorie di persone che sono sotto processo, in particolare i colletti bianchi, una legge incostituzionale perché differenzia le persone, che non son più uguali davanti alla legge, un’amnistia di fatto. Il governo invece di mettere in condizione i tribunali di poter lavorare celermente dando magistrati, mezzi, risorse, strutture e quant’altro fa delle leggi che sono sostanzialmente delle vere e proprie amnistie. Ma ripeto, nulla di nuovo sotto al sole. Fin quando non troveranno il lodo, finalmente, a misura d’abito di Berlusconi, non la smetteranno a ridurre il parlamento ad una funzione servente gli interessi del Presidente del Consiglio.
Torniamo alle regionali. Domani (oggi, n.d.r.) lei sarà con Giulio Cavalli che comincerà la sua campagna elettorale. Perché Giulio Cavalli e perché il suo appoggio?
La candidatura di Giulio Cavalli è stata una notizia importante. Io sostengo Giulio Cavalli perché è una persona intelligente, una persona sensibile ai temi della legalità, del contrasto del crimine, persona che ha subito gravi minacce proprio per contrastare il crimine in Lombardia, quindi non solo nel sud del nostro paese, a dimostrazione che il crimine organizzato non ha frontiere, non ha territori regionali, ma purtroppo è una piaga, un cancro, che sta corrodendo la democrazia nel nostro paese e che si sta estendendo in tutta Europa, anche nei paesi fuori dall’Europa, e quindi le battaglie per la legalità, per la giustizia e i diritti vanno fatte in ogni luogo. Quindi che ci sia in Lombardia un candidato come Giulio Cavalli è una buona notizia innanzitutto per i lombardi e per i collegi, il territorio, dove potrà essere eletto, perché se lui va nel Consiglio regionale della Lombardia, sicuramente potremmo stare tutti più tranquilli che potrà dar voce certa a chi ha sete di giustizia e vuole un’altra Lombardia e un’altra Italia.
Pensa che possa davvero a fare qualcosa in questa regione, visti anche gli arresti eccellenti di questo periodo?
Ognuno si deve rimboccare le maniche e fare qualcosa per il prossimo, per la giustizia e per la tutela dei diritti soprattutto dei più deboli, ognuno deve fare il suo. Giulio Cavalli son sicuro che lo farà. Certo, Cavalli non è il messia sceso in Lombardia, va aiutato, va supportato, bisogna fare squadra attorno a lui, ci sono tante altre persone che si impegnano quotidianamente nel contrasto al crimine, all’illegalità, e per una maggiore giustizia, per il lavoro, per uno sviluppo compatibile con l’ambiente. Se saremo in tanti ad andare in questa direzione avremo in tempi brevi un altro paese, del quale non ci dovremmo più vergognare quando andiamo all’estero.
Trova dei paralleli tra lei e Cavalli?
No, beh, son due storie completamente diverse. Io ho la mia storia personale che è unica e come è giusto che sia, così come Giulio Cavalli ha la sua storia, che è unica anche per lui. Non so se sono i percorsi che son simili, le sensibilità che sono simili, i progetti, i sogni, la voglia di cambiare, ma poi ognuno ha la sua storia, tra l’altro lui viene dal mondo dell’arte, dello spettacolo, del teatro, io vengo dalla magistratura; insomma sono anche percorsi professionali molto diversi da questo punto di vista.
Pensa ci sia qualche possibilità per lui di ripetere il suo exploit?
Anche qui son paragono che non si possono fare, perché io ero candidato alle europee, con un sistema elettorale completamente diverso, son stato candidato su tutto il territorio nazionale. Lui è candidato alle regionali, una situazione più difficile, ma credo che possa essere eletto, dipende dalla sua capacità di trasmettere entusiasmo nei lombardi e renderli protagonisti di un cambiamento. Io credo che Giulio Cavalli abbia queste caratteristiche e mi auguro che sarà aiutato da persone per bene, coraggiose, con voglia di produrre un cambiamento nella regione Lombardia.
Di cosa state discutendo in questi giorni al Parlamento europeo?
Proprio in queste ore stiamo procedendo alle audizioni dei nuovi commissari designati da Barroso. E’ un’attività molto delicata, perché si tratta di decidere se i commissari hanno le doti della capacità, dell’indipendenza, per poter svolgere in modo adeguato e concreto il loro mandato. Quindi stiamo facendo le audizioni, che ci stanno impegnando moltissimo, sono molto difficili e stiamo cercando di svolgere al meglio quest’attività.