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Lombardia, Malpensa, un museo e una bolla di sapone

Scrivo questo post dall’onirica seduta consigliare della Regione Lombardia in quel di Malpensa. L’ennesima trovata pubblicitaria che più volte ho contestato e che costa come qualche buona borsa di studio per i figli dei disoccupati dello scalo varesino che vorrebbe fare il milanese. A dire il vero non abbiamo nemmeno la soddisfazione di essere dentro lo scalo (eppure ci sono passati in tanti: passeggeri al di sotto delle previsioni, lavoratori in inesorabile e costante calo e alcuni uomini della cosca Farao-Marincola come ha perfettamente illustrato il PM Venditti), il Consiglio è stato accampato nel museo Volandia. Ecco, in trasferta non si poteva che atterrare in un museo con il nome di un parco dei divertimenti (museo, tra l’altro da vedere, ma con i propri figli e non con Formigoni e la Giunta al seguito).
Sfilano le ovvietà su danni o benefici (dipende solamente dal colore politico dell’oratore ma i fatti raccontati magicamente sono identici) di un aeroporto che voleva essere una rivoluzione ed è stato un goffo harakiri. Intanto fuori hanno appena condannato Dell’Utri (o forse sarebbe meglio dire questa nostra Seconda Repubblica), e già sulle agenzie si legge il solito ring. La sensazione è di essersi rinchiusi in una bolla di sapone nemmeno troppo divertente mentre saremmo chiamati per rispetto ad essere fuori. Non qui.