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Regione Lombardia risponde su Green Hill

Nel piccolo Comune di Montichiari in provincia di Brescia si trova Green Hill, l’unico allevamento da cani di laboratorio in Italia e uno dei più grandi in Europa. Ogni mese finiscono negli stabulari tra mani di vivisettori e su tavoli operatori 250 cani Beagle di questo stabilimento.

I cani di Green Hill vengono utilizzati nei laboratori farmaceutici, universitari, privati e militari e vengono sottoposti ad esperimenti di ogni genere e costretti a ingerire o inalare ogni tipo di sostanza che, poi, li porta alla morte. Questi animali indifesi vengono utilizzati senza scrupoli, uccisi, sezionati e poi gettati nei cestini come oggetti inutili.

Uno dei laboratori che si rifornisce da Green Hill è l’Huntingdon Life Sciences (http://it.wikipedia.org/wiki/Huntingdon_Life_Sciences), l’unico centro di tossicologia in Europa a cui siano mai state tolte le licenze per sevizie verso gli animali.

Inoltre, Green Hill da alcuni anni è stata acquistata da un’azienda americana, la Marshall Farm Inc. (http://en.wikipedia.org/wiki/Marshall_Farms) nota come la più grande fabbrica di cani da laboratorio del mondo.

All’interno dello stabilimento di Montichiari sono rinchiusi 2500 cani adulti più le relative cucciolate in capannoni chiusi, asettici, senza spazi all’aperto e senza aria o luce naturale; vi sono file di gabbie con luci artificiali e un sistema di aerazione necessario per la breve sopravvivenza dei Beagle ivi segregati.

Green Hill ha anche manifestato l’intenzione di ampliare lo stabilimento attraverso la costruzione di altri capannoni per arrivare ad oltre 5000 cani nell’allevamento che, di fatto, lo renderebbe il più grande allevamento di cani Beagle in Europa ed il fulcro della vivisezione canina europea.

Insieme al gruppo Italia dei Valori ho proposto un’interrogazione scritta ex art.117 Regolamento del Consiglio Regionale al fine di conoscere la situazione dei cani Beagle a Green Hill, poiché le informazioni sull’allevamento di Montechiari sono assolutamente allarmanti e indegne di un paese civile.

L’interrogazione chiedeva di conoscere le azioni e le misure adottate da Regione Lombardia, a fronte della situazione sopra descritta, al fine di far rispettare a Green Hill il disposto di cui all’art. 7 comma 2 del Regolamento Regionale 2/2008 che prima dell’abrogazione della legge 16/2006 (Lotta al randagismo e tutela degli animali di affezione), normando tutti gli allevamenti di cani sul territorio regionale, decretava che sia le strutture pubbliche che quelle private non dovessero avere più di 200 cani; se la Regione Lombardia fosse a conoscenza del progetto di ampliamento dello stabilimento; quali intendimenti la Giunta regionale fosse in procinto di adottare a fronte dell’entrata in vigore della legge regionale 33/2009 (Testo Unico delle leggi regionali in materia di sanità) e del relativo regolamento regionale di attuazione; infine, quali azioni e misure Regione Lombardia intendesse adottare in relazione all’ampliamento di Green Hill.

L’assessore alla sanità Luciano Bresciani ha risposto affermando che “la potestà autorizzativa” (art. 10 d.lgs. 116/1992 per stabilimento di allevamento) “è in capo al Comune ove è sito lo stabilimento di allevamento. Nel caso di specie, il Comune di Montichiari, acquisito il parere favorevole della Asl di Brescia:

a. Con atto prot. n. 14889 del 20.06.2001 ha autorizzato la Green Hill s.r.l. ad attivare e gestire un allevamento di cani di razza “Beagle” da utilizzare a fini sperimentali;

b. Con atto prot. n. 36451 del 13.11.2008 ha provveduto all’aggiornamento dell’autorizzazione suddetta.

L’allevamento consta di 5 capannoni, in cui sono presenti 2718 cani di razza Beagle allevati allo scopo di essere successivamente utilizzati in esperimenti. La struttura dispone di un responsabile sanitario.”

Bresciani non ci comunica molto di più di quello che già sapevamo, se non indicare nella Asl di Brescia l’unica responsabile del rilascio dell’autorizzazione a Green Hill e specificare l’esatto numero di cani presenti nello stabilimento.

L’assessore alla sanità lombardo afferma che sono stati effettuate verifiche da parte dell’Asl di Brescia e che tutti i controlli hanno avuto esito favorevole. Inoltre, la stessa Asl ha effettuato due controlli straordinari (svolti in data 21.05.2010 e 31.05.2010) che “non hanno rilevato ipotesi di non conformità tali da richiedere provvedimenti di revoca o sospensione dell’autorizzazione.” Personalmente avrei voluto conoscere le motivazioni che hanno portato la Asl bresciana ad effettuare dei controlli straordinari ovvero se siano arrivate segnalazione di cattiva gestione dello stabilimento, ma a quanto pare Bresciani non ha ritenuto doveroso inserire queste informazioni aggiuntive nella sua risposta.

Per quanto riguarda l’ampliamento dei capannoni di Green Hill Bresciani ci comunica che “la U.O. Veterinaria della Direzione Generale Sanità ha incontrato l’Amministratore Delegato della Green Hill, che ha manifestato la volontà di sospendere l’ampliamento dello stabilimento di allevamento di Montichiari.”

L’assessore risponde alla violazione dell’art. 7 comma 2 del Regolamento Regionale 2/2008 affermando che vi è un contrasto con la normativa nazionale che, di conseguenza, va applicata. Bresciani ha inviato una nota al Sottosegretario alla Salute evidenziando il contrasto citato. Ci auguriamo che arrivi una risposta il prima possibile perché, intanto, ci sono ancora 2718 cani reclusi in cinque capannoni.

Vorrei, però, fare delle considerazioni di carattere più generale. Nonostante le risposte dell’assessore Bresciani, mi sembra che la Regione Lombardia non si sia mai posta il problema di avere sul suo territorio un allevamento numericamente importante di cani destinati alla ricerca ed alla vivisezione. Ne è dimostrazione il fatto che solo dopo la nostra interrogazione Bresciani si sia accorto del contrasto normativo.

Del resto, al di là dei controlli della Asl ai fini della autorizzazione, la Regione Lombardia non ha mai effettuato dei sopralluoghi e non si capisce il motivo dal momento che, almeno di questo si deve dare atto, un allevamento di cani da laboratorio non è fortunatamente un’attività imprenditoriale così diffusa. Ancora di più, poi, sarebbe da monitorare lo stabilimento dal momento che Green Hill è stata acquistata da un’azienda come la Marshall Farm Inc. ed è in affari con l’Huntingdon Life Sciences, aziende spesso al centro di scandali per il trattamento nei confronti degli animali.

Ritengo che una politica attenta e rispettosa non possa relegare la questione Green Hill come un problema marginale, ma debba impegnarsi affinché vengano rispettati i diritti degli animali che meritano di essere trattati come esseri viventi e non come oggetti.

Il contrasto normativo segnalato giustamente dall’assessore deve essere risolto il prima possibile e deve essere data piena attuazione alla normativa regionale. Continuerò a lavorare affinché questo accada.