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Discarica di Bollate: la risposta della Regione su una storia che non è chiusa per niente

La vicenda della discarica di Bollate (ex cava Bossi) è la metafora di un settore che anche in Lombardia è diventato il banchetto ricco delle mafie, in particolare delle famiglie di ‘ndrangheta che infestano l’hinterland milanese. A Bollate si vocifera con una certa insistenza che l’ombra di un latitante arrivi in molti campi che lambiscono la movimentazione terra. Un video già pubblicato su questo sito ha dimostrato come nella discarica esistessero evidenti falle legali. Oggi, leggendo le risposte date in commissione dagli assessori Marcello Raimondi e Romano La Russa, possiamo aggiungere già qualche tassello in un puzzle che è tutto in divenire:

L’Assessore all’Ambiente Marcello Raimondi dice “L’ultima autorizzazione della ditta Rip.Am. risulta la numero 163 del 24 aprile 2009, rilasciata dalla Provincia di Milano, relativamente alle operazioni di messa in riserva, recupero, raggruppamento e ricondizionamento preliminare, miscelazione e deposito preliminare di rifiuti speciali non pericolosi, nonché all’accorpamento dell’attività svolta in regime semplificato da parte della medesima ditta” e aggiunge “risulta agli atti della Provincia di Milano un sopralluogo, effettuato in data 27 luglio 2010 dalla Polizia provinciale stessa, unitamente alla Polizia locale di Bollate. Dal verbale redatto, risulta che sono state contestate violazioni in merito alla qualità di materiale stoccato, alla pavimentazione dell’area, alla separazione dei rifiuti e per aver accettato rifiuti senza il prescritto formulario.

L’Assessore La Russa dichiara di avere subito interpellato “peraltro ripetutamente, perché non è stato proprio facilissimo ricevere risposta, e non si capisce bene perché – il Comune di Bollate che “ci comunica che, per quanto riguarda problemi di sicurezza ai cittadini, non sussiste assolutamente nessun rischio, nessun pericolo, né sono stati segnalati negli ultimi mesi eventuali allarmi nelle adiacenze, in prossimità o sulle strade della cosiddetta cava”.

Ora il Comune di Bollate ci dovrà chiarire un paio di cose. L’ostinazione è un mio difetto che porto con una certa fierezza.

“ITR numero 3010: Interrogazione concernente le informazioni circa i gestori della cava di Bollate”

PRESIDENTE

Passiamo all’ITR/3010 ancora a firma dei Colleghi Cavalli, Sola, Patitucci e Zamponi, annunziata in Aula in data 28 luglio 2010, con risposta dell’Assessore Raimondi e dell’Assessore La Russa.

RAIMONDI Marcello

Signor Presidente, l’interrogazione numero 3010 chiede informazioni circa i gestori di una cava, ossia la ex cava Bossi di Bollate. La cava di cui si parla nell’interrogazione risulta cessata da oltre trent’anni, ossia anteriormente all’entrata in vigore delle leggi regionali numero 18 del 1982 e numero 14 del 1998. Pertanto, tale attività estrattiva non fu soggetta alla disciplina di queste leggi.

Il contenuto dell’interrogazione, quindi, si riferisce ad attività di discarica e deposito e non ad attività estrattiva. Ho comunque chiesto agli Uffici di effettuare ulteriori ricerche per agevolare il lavoro dei Consiglieri, nello spirito di collaborazione instaurato con questa Commissione.

Chiaramente la mia struttura non può rispondere su aspetti inerenti le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Milano o delle Procure coinvolte.

Da una ricerca effettuata presso gli Uffici regionali risulta che, in data 21 aprile 1993, la ditta Rip.Am. Srl presentò istanza di autorizzazione per la costruzione di un impianto di trattamento di materiale lapideo. L’Ufficio competente, al rilascio delle autorizzazioni per le emissioni in atmosfera, ritenne di predisporre un atto di diniego, citando il parere negativo espresso dal Sindaco di Bollate. Dal 1994 in Lombardia le Province sono titolate ad autorizzare le discariche di inerti, in forza di deliberazione della Giunta regionale, ai sensi della legge numero 142 del 1990 e della legge regionale numero 94 del 1980. La successiva legge regionale numero 26 del 2003 ha dato un assetto organico a tali competenze provinciali in materia.

Da informazioni assunte presso la Provincia di Milano – grazie al lavoro degli Uffici dell’Assessorato, che ringrazio – risulta che in data 23 aprile 1999, a seguito di un’istanza di autorizzazione per attività di discariche inerti, presentata alla Provincia di Milano dalla medesima ditta Rip.Am., funzionari della Provincia effettuarono un sopralluogo e dietro parere favorevole, non riscontrando elementi ostativi all’accoglimento della domanda, in data 30 giugno 1999 venne rilasciata l’autorizzazione, con disposizione dirigenziale numero 18 del 1999. Parliamo sempre della Provincia. In data 21 ottobre 1999 la Provincia di Milano ha segnalato la ditta in argomento all’Autorità giudiziaria per non aver ottemperato a tutte le disposizioni contenute nella sopracitata autorizzazione provinciale.

L’ultima autorizzazione della ditta Rip.Am. risulta la numero 163 del 24 aprile 2009, rilasciata dalla Provincia di Milano, relativamente alle operazioni di messa in riserva, recupero, raggruppamento e ricondizionamento preliminare, miscelazione e deposito preliminare di rifiuti speciali non pericolosi, nonché all’accorpamento dell’attività svolta in regime semplificato da parte della medesima ditta.

Relativamente ai controlli effettuati, risulta agli atti della Provincia di Milano un sopralluogo, effettuato in data 27 luglio 2010 dalla Polizia provinciale stessa, unitamente alla Polizia locale di Bollate. Dal verbale redatto, risulta che sono state contestate violazioni in merito alla qualità di materiale stoccato, alla pavimentazione dell’area, alla separazione dei rifiuti e per aver accettato rifiuti senza il prescritto formulario.

Chi volesse accedere a ulteriori informazioni, può assumerle presso la Provincia di Milano e il Comune di Bollate, che permangono competenti per il controllo delle attività esistenti nel territorio.

PRESIDENTE

Assessore La Russa, a lei la parola.

LA RUSSA Romano

Signor Presidente, in riferimento all’ITR ho poco da aggiungere, per quanto riguarda le competenze del mio Assessorato, ben poche in questo caso. Comunque, abbiamo provveduto ben volentieri a interpellare – peraltro ripetutamente, perché non è stato proprio facilissimo ricevere risposta, e non si capisce bene perché – il Comune di Bollate, il quale ci comunica che, per quanto riguarda problemi di sicurezza ai cittadini, non sussiste assolutamente nessun rischio, nessun pericolo, né sono stati segnalati negli ultimi mesi eventuali allarmi nelle adiacenze, in prossimità o sulle strade della cosiddetta cava, che peraltro – mi pare lo abbia già detto l’Assessore nel suo intervento – è una ex cava. La chiamiamo impropriamente “cava”, perché ormai è da anni che non ha questa funzione.

Noi – lo ripeto – ci siamo attivati e questa è stata la risposta del Comune di Bollate, dove non hanno assolutamente rilevato niente di inconsueto o di strano. Questa è la risposta che ci ha dato il Comune e questa è la risposta che do io alla Commissione, naturalmente.