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Il gusto dolce dell’umanità e delle prigioni

«Spero che qualcuno tornando a casa dopo aver visto Cesare deve morire pensi che anche un detenuto, su cui sovrasta una terribile pena, è e resta e un uomo. E questo grazie alle parole sublimi di Shakespeare». Sono le parole con cui Vittorio Taviani ha ritirato l’orso d’oro del 62 Festival del cinema di Berlino riferendosi alla situazione delle carceri italiane. Ha ringraziato: «Voglio fare alcuni dei loro nomi: a loro infatti va il nostro pensiero, mentre noi siamo qui tra le luci sono nella solitudine delle loro celle. E quindi dico grazie a Cosimo, Salvatore, Giovanni, Antonio, Francesco e Fabione». E come tutte le frasi profondamente umane mi hanno illuminato il lunedì e acceso il sorriso. Perché restare umani sarà l’inizio della rivoluzione di questo Paese.