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Una ferita di nome Lea (Garofalo)

Carlo Cosco poco dopo ha deciso di parlare e, direttamente dalla cella, ha ricordato come in questo processo “noi vogliamo la verità su Garofalo Lea, mica su tutto”. A questa dichiarazione ne è seguita una dell’imputato Massimo Sabatino che, dal banco dei testimoni, ha letto una dichiarazione scritta in cui chiede che vengano ascoltate le registrazioni dei suoi interrogatori e non siano solo letti i verbali, poiché in esse sarebbe possibile rintracciare il suo animo spaventato. L’imputato ha asserito che gli sembrava “che si volesse dire a tutti costi delle cose su circostanze non vere durante gli interrogatori.” A Milano si svolge il processo sull’omicidio della collaboratrice di giustizia Lea Garofalo. Tutto sotto un sinistro silenzio come se nessuno volesse sapere per evitare di farsene carico. L’uccisione di Lea Garofalo mi ha sempre lasciato stordito e spaventato: stordito dall’efferatezza dell’omicidio e spaventato dalle risposte che un giorno dovremo dare alla figlia di Lea, Denise. Se noi siamo stati abbastanza vivi. I ragazzi di Stampo Antimafioso seguono tutte le udienze del processo. Vale la pena passarci.