Non c’è crescita senza cultura. Una tale affermazione potrà sembrare apodittica o, peggio, intellettualmente disonesta poiché priva di fondamenti razionali. Personalmente ritengo sia questa invece una premessa essenziale a un progetto politico progressista le cui prospettive non siano esclusivamente riconducibili a paradigmi di circostanza, bensì si distinguano per una visione più ampia nel tempo e l’assunzione di responsabilità verso le generazioni future.
Se anche solo ci soffermassimo sul significato etimologico (dal verbo latino còlere, coltivare) o storico del termine, potremmo notare come il minimo comune denominatore di ogni definizione di cultura sia individuabile nel concetto di “conoscenze e cognizioni intellettuali” che costituiscono – attraverso l’educazione (studio, ambiente, esperienze, etc.) – lo spirito di un individuo, e dunque di una società.
Claudio su cultura e politica della cultura.