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L’analisi interrotta

Oggi studiavo l’avviso di conclusione delle indagini notificato a Nichi Vendola (senza bisogno di troppi opinionisti il documento integrale è qui). Avrei voluto scrivere delle accuse di Lady Asl, Lea Cosentino, e di come le parole virgolettate apparse sui quotidiani in realtà siano semplicemente riportate “de relato” dall’accusatrice. Che forse un po’ di ira da smaltire ne ha, se è vero che  “la dottoressa Cosentino era terrorizzata dal fatto che Vendola potesse sapere che commetteva illeciti’ (lo dichiara Tarantini interrogato), che era stata estromessa dal ruolo proprio dal Governatore dopo il suo coinvolgimento in vicende giudiziarie e che è stata sentita da un giornalista di Repubblica mentre in un ristorante cercava di rivendere iperbolici dossier contro Nichi per qualche spiccio. Poi avrei voluto discutere con voi dell’intervista al primario Sardelli  che sta al centro delle accuse per la nomina ricevuta in cui si legge “Sono arrivato al policlinico di Foggia il primo febbraio 2004, quando c’era il governo Fitto. La situazione al policlinico però era disastrosa: non esisteva un reparto, c’erano solo due posti a chirurgia plastica e quattro a chirurgia d’urgenza. Andai dal direttore generale della Asl per chiedere di fare qualcosa ma non si mosse niente. Così il giorno dell’inaugurazione della Fiera, visto che Fitto era in città, chiesi di incontrarlo. Gli raccontai la situazione e il giorno dopo iniziarono i lavori. In due anni ho creato un reparto d’eccellenza. Venivano a Foggia da Napoli, da Avellino, da Lecce. È qui che nel 2007 ho fatto il primo trapianto da cadavere di vaso sanguigno con la collaborazione del primario di Barcellona e della banca dei tessuti spagnola. Fu la prima volta che sentii il presidente Nichi Vendola. Mi chiamò per farmi i complimenti”. Lo aveva mai conosciuto? “No. Era la prima volta in assoluto. E poi, se devo dirle la verità ed è comunque cosa nota, io politicamente sono vicino alle posizioni della destra”.

Poi certo dovremmo interrogarci se l’abuso d’ufficio (che è il reato contestato, tanto per mettere le cose in ordine e dare il giusto peso) sia tollerabile per portare alla meritocrazia. E forse avrei risposto di no. E che l’impegno è di scrivere regole che siano meritocratiche per davvero, una volta per tutte. Insomma, avevo in bozza il post in cui c’era da analizzare e dibattere con chiarezza su un episodio che (ovviamente) qualcuno ha sparato alla stregua di puttanieri, ladri di soldi pubblici, cerchi magici e soldi in tanzania passando per ‘ndranghetisti secondo l’antico gioco che se si riesce a dimostrare che tutti sono ladri alla fine nessuno è ladro. L’avrei scritto con tutta la vicinanza a Nichi e a SEL che sta diventando grande e ha già bisogno di spalle larghe.

Poi qualche minuto fa è arrivato il secondo avviso di garanzia (in 24 ore) a Vendola per un altro reato su tutt’altro episodio. Dai contorni molto più ampi. E mi sono scoperto disposto a gridare al complotto (come Bossi e altri di questi giorni che non riesco proprio a condividere). E allora ho pensato che forse è meglio fermarsi. Perché la reazione a una sequenza di indagini come questa in fondo è politica. E i cori da stadio e le condanne strepitate non aggiungono nulla. E so che la superficialità non mi sarebbe perdonata (e non me la perdonerei). Quindi aspettiamo che cali la polvere e che galleggino i fatti. Con un abbraccio a Nichi e ai militanti e alla buona politica. Che ne abbiamo tutti bisogno.