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Brescia che si incarta sulla discarica di amianto

La situazione di Brescia dal punto di vista ambientale e di gestione del territorio è un bigino indispensabile per una modello di gestione regionale credibile (e possibilmente vincente) del dopo Formigoni. Brescia ha le carte in regola per essere la summa di tutto ciò che non si deve fare e per ridefinire il termine di saturazione ambientale. Ne avevamo già discusso qui e in commissione ambiente con il Comitato contro le nocività che ha dimostrato come ormai i cittadini abbiano gli strumenti e la voglia per essere più tecnici dei tecnici nelle analisi delle criticità. La discarica di amianto di via Brocchi sarebbe il colpo al cuore di una situazione che era già insostenibile anni fa. Eppure le soluzioni nel breve termine sono possibili: ieri sono stato in Piazza della Loggia con i membri del comitato e la stampa per provare una volta per tutte a fare chiarezza e richiamare tutti alla responsabilità. Ne ha scritto bene Alessandra Troncana sul Corriere della Sera:

In gergo si chiama ordinanza contingibile urgente. In pratica si tratta di un escamotage con cui il sindaco Adriano Paroli, cui spetta tutelare la salute pubblica, potrebbe ottenere dalla Regione la sospensione dell’autorizzazione alla discarica di via Brocchi, giusto il tempo di appurare l’accumulo di criticità dell’area. E’ la proposta che i vertici del Sel hanno lanciato giovedì 24 maggio sotto la Loggia, nel corso di un incontro con cittadini e membri del Comitato contro le nocività. Come ha detto il consigliere regionale Giulio Cavalli, «Mentre aspettiamo gli esiti delle analisi sulla quantità di Pcb e diossina che infestano San Polo (questione di giorni e l’Arpa le renderà note, ndr) è l’unica cosa che si potrebbe fare per fermare, anche solo poche settimane, questo scempio ambientale». La Giunta non potrebbe fare nulla di più, dal momento che l’autorizzazione alla costruzione del sito spetta al Pirellone. Intanto, la questione sarà discussa nel prossimo consiglio comunale, previsto mercoledì 30 maggio. Lidia Bontempi, del Comitato, non esclude che si riprenda lo sciopero della fame: «Già, perché il problema di via Brocchi figura al sedicesimo posto nell’ordine del giorno. Niente di più facile che della discarica non si parli nemmeno mercoledì. Vedremo che fare».