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Indagano Lucchina ma si sgretola Formigoni

Attenzione, la difesa è già scritta. Formigoni ha sempre detto che nulla che riguardasse la Regione era mai stato messo in discussione. Adesso ci dirà che l’eventuale infedeltà del Direttore Generale della Sanità (il cuore del potere formigoniano) non può mettere in discussione il suo operato. E’ lo scaricabarile: pratica banale e abusata. E intanto si sgretola tutto. E più si sgretola e più il Governatore si inchioda alla sedia.

Ventotto indagati, tra cui il direttore generale della sanità Carlo Lucchina, al quale viene contestato il reato di turbativa d’asta, nell’ambito di un’indagine su finanziamenti pubblici regionali, stanziati e non stanziati, per qualche milione di euro. L’indagine, ordinata dal pm Carlo Nocerino, avrebbe fatto luce sugli accordi tra aziende private e ospedali pubblici per l’acquisto di strumenti per la sperimentazione clinica ad alto contenuto tecnologico finanziati da Regione Lombardia. Sono in corso interrogatori davanti al pm di Milano, Carlo Nocerino. Sono state effettuate perquisizioni negli uffici del direttore Lucchina in Regione e negli ospedali Niguarda a Milano, di Lecco, di Busto Arsizio e Saronno: impiegati una settantina di militari del Nucleo Speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza con la collaborazione degli uomini del Nucleo di polizia tributaria di Milano. L’assessorato alla Sanità delle Ragione Lombardia ha precisato che le perquisizioni non hanno riguardato i propri locali, e che l’assessore Luciano Bresciani non figura nell’elenco degli indagati.

LE SPERIMENTAZIONI – L’inchiesta, nella quale sono indagate una trentina di persone, nei confronti delle quali sono ipotizzati a vario titolo i reati di associazione per delinquere, turbativa d’asta, rivelazione del segreto d’ufficio e peculato, è coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Carlo Nocerino. Le indagini riguardano principalmente presunti accordi per pilotare l’assegnazione di progetti di sperimentazione clinica ad alto contenuto tecnologico finanziati dalla Regione Lombardia. Oltre a Lucchina, tra le persone indagate ci sono funzionari dell’assessorato alla Sanità e delle aziende ospedaliere coinvolte.