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Il doping UDC

Un partito di questo genere ha trovato in questi anni il leader perfetto – capace di dare una patina di garbo e dignità umana alla sua vuotezza e di dissimulare le sue magagne – in Pierferdinando Casini. Che è stato capace – gli va riconosciuto – di posizioni serie e severe a tutela delle regole e delle istituzioni quanto il berlusconismo ha preso derive oltre ogni limite, nel suo ultimo anno di governo: ed è stato giusto apprezzarle, sempre ricordando che sono arrivate piuttosto tardive rispetto a tempi in cui il suo partito gli ha dato una gran mano, al berlusconismo. Ma poi nient’altro, un uomo distinto e di buone maniere, probabilmente onesto, non stupido, ma che non ha mai suggerito nessuna idea dell’Italia e del futuro che non fossero vuota fuffa retorica. Capace ogni tanto di dire a cosa è contrario, mai a cosa sia favorevole. E peggio ancora il suo partito: vi viene in mente un solo personaggio di competenza vicino all’UdC? Vi viene in mente un intellettuale dell’UdC? Vi viene in mente una corrente dell’UdC? L’unica corrente che è stato capace di produrre, con tanto di scissione e passaggio al nemico, è stata l’estremismo ubriaco di Giovanardi.

C’è quindi solo da congratularsi dei voti che riesce tuttora a raccogliere una macchina di questo genere: non produce niente, ma lo fa con grande efficienza. Ma se mi consentite l’esempio, decidere di allearvicisi è come comprare traffico su Google per un sito web di contenuti: puro doping, e con qualche contraddizione etica. Non c’entra niente con presunte consonanze e progetti comuni, e un giorno se ne pagherà probabilmente il prezzo (alla prima occasione in cui verrà chiesto l’arresto di un sottosegretario dell’UdC, o alla prima occasione in cui si potrà fare qualcosa per il testamento biologico). Se il PD ci si vuole imbarcare, abbia il coraggio di dire che si sta comprando dei numeri, punto.

Lo scrive Luca Sofri.