Vai al contenuto

La guardia alta, sull’antimafia

Editoriale per il foglio de I Siciliani Giovani

E141230121-ab421c56-67b6-4709-bdbd-056be0d39b60 ora in tutta questa deflagrazione di bave e umori urlati dove finisce l’antimafia sociale? Dove può prendere radici un tema che già faticava nell’ordinaria attività istituzionale e oggi si ritrova a camminare sulle pareti irte dell’emergenza di un governo di scopo?

Le domande sono importanti, dicono i bravi giornalisti, perché allenano il muscolo della curiosità e i tendini delle risposte non scontate, eppure in questo turbine di scenette e sceneggiate l’antimafia è sparita dall’agenda politica come se bastasse averne parlato in campagna elettorale per essere a posto con la coscienza e il proprio elettorato. In questi ultimi anni si è capito quanto sia fondamentale per un serio percorso di responsabilizzazione e alfabetizzazione antimafiosa l’organicità dell’azione che non ha bisogno di personaggi o eventi straordinari ma del lavoro indefesso e continuo di narrazione, istruzione e discussione come avviene nelle migliori famiglie a tavola durante la cena. Servirà più forza, servirà un’energia più vigorosa e unita per tenere il mento alto mentre ci diranno che la trattativa, le stragi e i rapporti tra mafia e politica sono cose del passato (e ce lo diranno, oggi più di ieri), mentre ci vorranno convincere che c’è altro da fare. Come è sempre successo un secondo prima di perdere. Di nuovo.