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I piccoli orizzonti dei soliti dirigenti

Le illusioni di Franceschini e la vecchia storia degli orizzonti che non riescono mai ad essere lunghi qui dalle nostre parti a sinistra, lo racconta perfettamente Andrea Colombo su GLI ALTRI:

Si tratta, come si vede, di strategie inconciliabili: la prima scommette su tempi lunghissimi e disponibilità al compromesso, la seconda su tempi rapidissimi e rigidità. Ma sempre tattiche sono, se non “dalemoni”, nulla più di “dalemini”. Piani di battaglia ispirati dalla convenienza, non da un orizzonte politico.

E’ la stessa corda a cui quel partito continua a impiccarsi da anni, e c’è un solo modo per smettere di insaponarsela da soli: mettere in campo un progetto, articolarlo in leggi e verificare lì, non sulla maggiore o minore presentabilità di Berlusconi, la possibilità di intese anche temporanee. Certo, per farlo bisognerebbe avere il coraggio di scegliere su particolari come il ripristino dell’art. 18 o il nuovo affondo contro il mercato del lavoro che chiede il Pdl, una legge rigorosa contro la corruzione o i pannicelli caldi che reclama Berlusconi, la patrimoniale o no, l’immediata cancellazione delle leggi che hanno riempito le carceri come la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi o il loro mantenimento. La politica, insomma…