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La partita delle commissioni e dei compagni poliformi

Dunque il PD ha fermato la costituzione delle commissioni. Ed è una grande occasione persa non solo per il partito di Bersani ma per tutto il centrosinistra, SEL incluso, di uscire dalla bolla di niente che continua a permettere al Movimento 5 Stelle di giocare di sponda senza nemmeno fare un’azione (odio le metafore calcistiche, giuro, ma questa mi ricorda tanto i tempi dell’oratorio quando alcuni scarsi ma furbi fingevano di nascondere un enorme talento e venivano creduti dai sognatori per indole).

E’ un peccato perché la posizione espressa a maggioranza è il contrario di quella interpretata dai piddini che per indole sentiamo più vicini (basta leggere Pippo per rendersi conto della “convergenza evidente”) ma soprattutto perché rinvia (un’altra volta e sempre più vicini all’essere troppo tardi) il confronto strettamente “politico”. Questo gioco strisciante di additare Bersani come il colpevole del ritardo della formazione del Governo rimanendone fuori.

E’ il momento di uscire dalla politica fatta sui giornali, sulle televisioni e con le interviste incrociate e ricominciare a costringere i deputati (quelli più o meno telecomandati) a votare sui temi e le commissioni sono il recinto migliore per l’esercizio del confronto che qui una volta chiamavano democrazia.

Saremmo confortati dalle incompatibilità evidenti tra il nostro programma e quello del solito Berlusconi, saremmo portatori (come siamo) di idee che Grillo spaccia per nuove e invece giacciono da anni in cerca di una maggioranza e finalmente saremmo chiari: chiari nelle parole, nelle scelte, nei voti, nei sì o nei no.

SEL (la SEL che in molti vogliamo) ha già scelto di chiedere l’insediamento delle commissioni, ora può misurare il proprio peso con il poliforme alleato democratico. Perché per essere un buon “pontiere” con il M5S (lo leggo dappertutto in questi giorni) bisogna prenderesi la responsabilità di smettere di essere pompiere con gli alleati e costringerli piuttosto ad un “incendio” di discontinuità. Siamo lì per questo, no?