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Io, lo giuro

Non avrei mai creduto che saremmo arrivati fin qui con l’agenda politica dettata ancora una volta dai problemi personali sulla giustizia di Berlusconi. Avrei potuto pensare alla ‘grande coalizione’ tra PD e PDL (l’unica promessa che mi ero permesso di fare era la certezza che almeno SEL sarebbe rimasta fuori, e così è stato), avrei anche potuto temere (da sempre) che il cambiamento sarebbe rimasto più nei manifesti elettorali che nelle nomine e nell’effettiva amministrazione (dice un antico proverbio cinese che “quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento”) ma la desolazione di questi giorni sta nello schiacciamento politico, intellettuale, morale, comunicativo e decisionale di un centrocentrocentrocentrosinistra che dall’avere vinto e poi pareggiato è passato ad essere il servitore bastonato e scemo. Come un Arlecchino ma nemmeno con l’arguzia.
Non avrei mai creduto che la sconfitta fosse intellettuale e morale. Ecco. Basta guardare le trasmissioni televisive o gli editoriali su Ruby per rendersi conto che mentre il lavoro sparisce (ancora) tra le priorità ci si occupa di tutto tranne di politica.
Come piace a lui.
E come fa vincere lui.