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Un concorso per mafiosi esterni

Oggi ho provato ad immaginare ad un colloquio di lavoro per entrare in Cosa Nostra. Mi immaginavo l’annuncio sul giornale che cercava “amministracosche di responsabilità” oppure “giudici ammazzasentenze” o meglio “avvocati succhiapallottole”. Cosa Nostra assume di tutto ultimamente, del resto: uomini, giovani ma anche donne e qualche senatore a vita. Pensavo se esistesse (ci vuole anche poca fantasia, tranquilli) un Concorso Nazionale per Mafiosi Esterni, un po’ come quei concorsi teatrali per compagnie amatoriali, quelle gare di poesia a cui partecipano gli alunni e le mamme, quelle gare da sci tra scolaresche o i tornei di calcio tra scapoli e ammogliati. Queste cose qui. Dove tutti giocano a fantasticare di essere davvero quella cosa lì che vorrebbero essere e in fondo non se ne accorgono ma la stanno già facendo. Quelli che rimangono amatoriali tutta la vita perché l’hanno deciso gli altri oppure perché gli fa comodo o perché gli manca il talento. Queste cose qui che capitano a chiunque almeno una volta nella vita, credo, di sicuro.

Ecco, ora provate a pensare ad una gara di idee per mafiosi apprendisti, o mafiosi amatoriali, o mafiosi juniores. Un’idea che potrebbe battere tutti.

Ora provate a fantasticare, entra un concorrente e vi racconta:

Un giorno diventerò un politico signora giuria a voi tutti, anche se sono il più scemo della mia classe come dice la maestra e solo perché non ho ancora capito come scrivere o far di conto con la nocca dei pugni. Insomma, giuria, ascoltate, l’idea mia. Un giorno diventerò un politico che tutti mi rispettano e il panettiere mi tiene le michette più calde apposta per me e la mia moglie. E come tutti i politici che ci rispettano parto con l’aereo per Roma e mi danno il tesserino quello con la mia faccia per il Parlamento,. Che la fotografia l’ho fatta con la piega come l’avevamo provata a casa e ho fatto vedere anche la fede del mio matrimonio che la mia moglie e la mamma della mia moglie ci tenevano, nella fotografia che l’ho fatta vedere. Ecco quindi, ci divento politico con un partito che ha perso l’elezione perché tutti ci dicevano che è un partito amico del mafioso. Noi tutta la campagna elettorale delle elezione a dirci che non è vero, che non siamo un partito amico, e che non sappiamo nemmeno chi è il mafioso, e se lo incontriamo comunque gliela facciamo vedere. Quelli gli elettori che ci ascoltano ci credono, ma troppo poco, e perdiamo.Perdiamo, perdiamo, e poi mentre stiamo lì a dirci echecazzo dai che abbiamo perso hai visto che schifo? mentre siamo lì che ce lo diciamo ci dicono che abbiamo pareggiato, vedi, diciamo, meglio che abbiamo pareggiato e alla fine ci dicono siccome che avete pareggiato fateci un’idea da dire alla televisione e per fare il politico. Io mi alzo e ci dico che il mafioso, soprattutto se è un mafioso esterno deve averci il diritto di avere la pena ridotta e un altro paio di minchiate. E loro mi prendono sul serio.

Pensa, sul serio. Se non lo vincerebbero davvero il concorso per l’idea più bella per il Concorso per Mafiosi Esterni.