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Che sorpresa, i neofascisti temono le intelligenze. Anche in Grecia.

Savvas Michael-Matsas è un intellettuale e dirigente del Partito Comunista greco. Lo so, sembra impossibile che da quelle parti gli intellettuali facciano politica attiva, ma tant’è. Savvas Michael-Matsas è finito sotto processo per una denuncia del partito di estrema destra Alba Dorata.
“Sono ebreo e comunista, peccato che non sia omosessuale (ovviamente non mi creerebbe alcun problema) perché così verrei considerato dai fascisti la vittima ideale”, ha dichiarato poco dopo essere stato citato in giudizio da Alba Dorata.
Cosa è successo? Gli epigoni della dittatura dei colonnelli hanno denunciato Savvas Michaìl, in quanto colpevole – a loro avviso – di aver organizzato una manifestazione antirazzista in cui si chiedeva la chiusura degli uffici di “Chrysì Avghì”, Alba Dorata, appunto.
Siamo arrivati al rovesciamento delle parti in una situazione tragicomica che sarebbe stata incredibile fino a qualche anno fa: galleggiamo tra gli improperi razzisti e le minacce di morte mentre si vorrebbe fare passare l’antifascismo come reato e peccato capitale. Quando non si sa rispondere alle intelligenze si usa l’arma dell’intimidazione fisica e ora anche giudiziaria.
Nel l’aula di tribunale sono sfilati scrittori, registi e professori a difendersi soprattutto dall’ignoranza, come una surreale sfilata educazione civica e alla bellezza per salvarsi dall’analfabetismo culturale.
Tutto questo mentre in Italia qualcuno prova a fare notare che i fascisti uccidono ancora.

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