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Cavalli: «Avevo segnalato 3 anni fa le situazioni oggi venute a galla»

Intervista rilasciata a ILCITTADINO

«Chi si ostina a rivendicare che la mafia nella propria città o nel proprio paese non esiste, o è un ebete o è un colluso». Non usa mezzi termini Giulio Cavalli, attore e autore antimafia lodigiano, anche direttore artistico del Teatro Nebiolo di Tavazzano, dove ha ricevuto le prime minacce dalla criminalità organizzata e dove ieri è stato effettuato uno degli arresti “lodigiani” della maxi operazione antimafia della Direzione distrettuale antimafia di Milano. «Avevo parlato già nel 2009 in un incontro pubblico della cooperativa di facchinaggio di Cinzia Mangano e qualcuno se l’era anche presa – ha sottolineato ieri a “il Cittadino” l’autore lodigiano, che vive sotto scorta – : quella di ieri è un’operazione importante per diversi motivi. In primis perché dalla carte emerge che a Cinzia Mangano bastava pronunciare il suo cognome per intimidire e questa è una fantastica novità dal punto di vista della mafia e dell’antimafia. Porgere il cognome per “oliare” meccanismi industriali ed economici, dimostra che anche la regione Lombardia ha già un perfetto substrato paramafioso». Cavalli poi si concentra sulle condizioni di lavoro delle cooperative, «che vengono definite animalesche: questo dimostra che in alcuni settori c’è una latitanza non solo delle forze dell’ordine, ma anche dei sindacati lombardi che dovrebbe aprire una riflessione». Poi c’è il tema della diffusione del sistema delle connivenze nella realtà economica locale. «Il fatto che gli arresti siano stati effettuati in luoghi diversi ha un peso – chiude l’attore ed autore lodigiano – : significa che chiunque si ostini a rivendicare che la mafia nella propria città, o nel proprio paese, non esiste, o è un ebete o è un colluso. In entrambi i casi, inadatto al ruolo che riveste come amministratore. Ora la domanda è: siccome continuiamo a premere sulla politica perché ci sia consapevolezza delle infiltrazioni della malavita, il nostro territorio – dal punto di vista di forze dell’ordine e istituzioni – è pronto ad avere coscienza del problema e ad affinare la sensibilità? Oltre ad un minacciato ed un mafioso arrestato, in un comune deve cadere una bomba atomica per mettere in allarme?».

(Rossella Mungiello)