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In Lombardia si insultano tra di loro.

Grande spettacolo in Regione Lombardia, eh:

Volano gli stracci tra Roberto Formigoni e Bobo Maroni. Al Celeste non è andata giù la decisione di Regione Lombardia di costituirsi parte civile nel processo per lo scandalo Maugeri, per il quale è imputato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Ancor meno gradita la nomina di un legale esterno all’amministrazione regionale per depositare in cancelleria la costituzione di “parte lesa” nel procedimento in cui l’attuale presidente della Commissione Senato dell’Agricoltura.

L’avvocato in questione è Domenico Aiello, già legale della Lega Nord e sodale di Roberto Maroni. La cronaca giudiziaria è questa. Secondo l’accusa la Fondazione Maugeri avrebbe ottenuto da Regione Lombardia presunti rimborsi indebiti per prestazioni sanitarie, per circa 200 milioni di euro, attraverso una quindicina di delibere della giunta regionale. Parte di quei soldi, 61 milioni di euro secondo l’accusa, sarebbero stati distratti dalle casse della Maugeri, tramite il faccendiere Daccò e l’ex assessore regionale Antonio Simone. In cambio delle delibere, sempre secondo l’accusa, Formigoni sarebbe stato ripagato, attraverso i soldi distratti, con benefit di lusso per un valore di oltre 8 milioni di euro: viaggi, vacanze ai caraibi, la messa a disposizione di tre yacht, un maxi-sconto sull’acquisto di una villa in Sardegna, ma anche finanziamenti per cene e soggiorni al meeting di Comunione e Liberazione e 270 mila euro in contanti.

Se il riconoscimento dello stato di “parte lesa” da parte di Regione Lombardia non garantisce automaticamente la richiesta di danni ma solo l’eventuale partecipazione al processo, è abbastanza evidente che con l’udienza preliminare alle porte nessuno fino a ieri si era deciso a compiere il fatidico passo.

Formigoni, raccontano i suoi fedelissimi, era arciconvinto che Regione Lombardia sarebbe rimasta fuori dal procedimento. E allora scatta immediata la reazione. «Si tratta di un fatto mai visto prima e configura una scorrettezza istituzionale»,spiega in una nota l’ex presidente del Pirellone. «La vera notizia è che il Presidente Maroni ha dato l’incarico non all’Avvocatura regionale che è un organo istituzionale assolutamente qualificato e di grande efficacia, ma al suo avvocato personale al quale verrà evidentemente corrisposta congrua parcella a spese della Regione Lombardia».

Dall’entourage di Maroni si sussurra che la scelta si è resa necessaria per evitare che dipendenti scelti da Formigoni non risultassero sufficientemente “neutrali”. La replica è stizzita: «Sono professionisti che c’erano prima del mio arrivo, che hanno superato concorsi nazionali e che rispondono in prima persona delle loro azioni. E’ un insulto non attingere a tali risorse».

L’articolo di Marzio Brusini è qui. L’opposizione è lì.