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Morire per sbaglio. A Napoli. Un anno dopo.

Pasquale Lino Romano è uscito dal portone di casa, a Napoli, come si esce di casa dopo avere dato un bacio alla propria futura moglie per andare a giocare calcetto. Non c’è niente degli omicidi di camorra: paure, reati, vite in bilico, amicizie pericolose o pistole in tasca. Niente. Niente.

C’è solo l’uscire dal portone sbagliato nel momento sbagliato. Si muore anche così, con quella puttana di camorra.

Arnaldo ne scrive qui.

E’ buio e piove a dirotto. Negli occhi solo odio. La pistola è carica. Il colpo è in canna. Lui è eccitato. Già sente l’odore del sangue. E’ sicuro che da quel cazzo di portone verrà fuori Domenico Gargiulo detto “sicc e Penniell”, un bastardo, un traditore, un “girato” che ha preferito fare armi e bagagli e vendersi alla fazione camorristica rivale. Il “tribunale della malavita” lo ha già condannato: è un morto che cammina. Il sicario Salvatore Baldassarre possiede informazioni sicure. Una specchiettista di camorra per mille euro ha venduto al clan con un sms la vita di “sicc e Penniell”, fidanzato della nipote. Una trappola di camorra. Lui non sospetta di nulla. E’ comunque attento e lo protegge la buona stella. Scamperà per altre due volte la morte, di fronte a pistole che s’inceppano e a killer che sbagliano bersaglio.