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Il pezzo che sempre manca, sempre sottovoce, sempre timidamente

Il pentito Iovine parla. Hanno esultato tutti, giustamente, per potere ascoltare le parole del capo dei Casalesi. Qualcuno ha (ovviamente) preso i meriti perché da Maroni in poi si può magnificare un arresto di latitante semplicemente per il fatto di essere parlamentare, nell’antimafia elettorale funziona così. Anche le gomorriadi hanno beneficiato dell’arresto nonostante non si sentano più quelli che con faciloneria (e sono tanti illustri antimafiosi) ci dicevano che Roberto Saviano e Rosaria Capacchione non rischiassero nulla mentre Iovine conferma il contrario. Però Iovine non sta parlando solamente di quegli elementi funzionalissimi di merda e sangue così buoni da dare in pasto all’opinione pubblica, no, ha dichiarato di avere dato soldi a destra e a sinistra ai sindaci del territorio e ultimamente ha aggiunto altro:

«C’era tutta una struttura che girava nel Tribunale di Napoli che riusciva ad aggiustare i processi. Me lo ha detto l’avvocato Michele Santonastaso. Mi disse che occorrevano 250mila euro. I soldi servivano per corrompere i giudici. E non era la prima volta che Santonastaso mi chiedeva soldi per aggiustare i processi in Corte d’Appello»

Questi, i giudici o gli avvocati o i magistrati o i membri delle forze dell’ordine corrotti, rimangono sempre sotto traccia, sotto voce, come se fossero una malattia passeggera mentre i fatti dimostrano (e non mi stancherò mai di scriverlo) che ci vogliono parecchi corruttibile per rendere possibile uno Iovine e abitabile per lui l’ambiente tutto intorno.