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La ‘ndrangheta in Piemonte e la fame di TAV

A proposito di Piemonte e TAV:

Questa mattina i carabinieri del Ros, sotto la direzione dell’antimafia torinese, hanno dato esecuzione a venti ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione di stampo mafioso, a Torino, Milano, Genova, Catanzaro, nell’ambito all’operazione «San Michele», uno dei santi cari alla ’ndrangheta, ma anche il nome di un bar di Volpiano, dove gli indagati si ritrovavano a discutere. L’inchiesta è affidata ai pm Roberto Sparagna e Antonio Smeriglio. C’era un’intesa criminale tra la cosca e il “locale” di Volpiano, una delle strutture territoriali scoperte dalla maxi inchiesta Minotauro. Al centro dell’indagice c’è Angelo Greco, considerato il capo cosca, residente a Venaria, emigrato da poco dalla Calabria.

Con lo stesso provvedimento è stato disposto il sequestro preventivo di società e beni per un valore complessivo di 15 milioni di euro. Sotto sequestro anche una cava a Sant’Antonino di Susa, dove dovevano essere conferiti i rifiuti senza essere trattati preventivamente. Tra i beni sequestrati 145 immobili, conti cotrenti e anche uno yacht. «Merita di essere rimarcata la dimensione internazionale delle indagini, mettendo insieme accertamenti sulle persone e sulle cose, grazie anche alla collaborazione dell’autorità elvetica» hanno spiegato i procuratori aggiunti Sandro Ausiello e Alberto Perduca, illustrando i risultati dell’operazione al comando provinciale di Torino, sotto la guida del colonnello Roberto Massi. «Questa inchiesta – ha detto il generale Mario Parente – dimostra la propensione della criminalità organizzata ad agire in “franchising”, replicando anche al nord modelli criminali, come occupazione del territorio, intimidazioni, minacce, tipici delle zone di origine». Tra gli arrestati c’è un investigatore privato che forniva i suoi servizi di informazione alla cosca e un intermediario immobiliare. Indagati un carabiniere e un vigile urbano, per accesso abusivo al sistema informatico delle forze di polizia