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Matteo Alampi e le sue discariche

Dalle prime ore di questa mattina i Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria stanno eseguendo in Calabria, Veneto e Francia, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale reggino su richiesta della Dda, nei confronti di 24 persone accusate di associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, intestazione fittizia di beni e sottrazione di cose sottoposte a sequestro, con l’aggravante delle finalità mafiose. Al centro dell’operazione gli interessi della `ndrangheta nella gestione di alcune discariche in Calabria.

Le indagini del Ros hanno consentito di fare luce sulle infiltrazioni della `ndrangheta nel settore degli appalti ecologici, nel cui ambito, riferiscono i carabinieri, sono stati accertati gli accordi tra le cosche reggine per la spartizione degli enormi profitti derivanti dalla gestione fraudolenta delle discariche regionali. È stato documentato anche il controllo da parte degli indagati di imprese già sequestrate alla cosca, mediante la complicità di un amministratore giudiziario, anch’egli destinatario di un provvedimento restrittivo.

La polizia giudiziaria di Nizza e il Ros hanno rintracciato Matteo Alampi, notificandogli il mandato di arresto europeo emesso dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. Alampi è ritenuto la mente imprenditoriale dell’organizzazione criminale, già capeggiata dal padre Giovanni Alampi, quest’ultimo arrestato nel 2010 nel corso dell’operazione «Il Crimine», che ne aveva delineato il ruolo di capo del «locale» di Trunca, attivo nell’omonima frazione del capoluogo reggino. Matteo Alampi, definito dagli investigatori «imprenditore `ndranghetista” è stato arrestato, insieme alla moglie, mentre si trovava in Francia, in Costa Azzurra, dal servizio regionale della polizia giudiziaria di Nizza e dal Ros dei carabinieri, grazie al servizio di cooperazione interpol. Alampi, dopo la scarcerazione, avvenuta nel marzo scorso, al termine di un periodo di detenzione per associazione mafiosa, si era trasferito a Villefranche Sur Mer, per sottrarsi alla notifica della sorveglianza speciale.

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