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Il clan D’Oronzo-De Vitis-Ricciardi pronto a rinascere

La Polizia di Stato di Taranto sta eseguendo una vasta operazione antimafia, coordinata dalla DDA di Lecce, con l’arresto di decine di persone ritenute responsabili, a vario di titolo, dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, omicidio, estorsione, rapina e detenzione di armi. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile, hanno accertato che il gruppo criminale operava su Taranto con forti articolazioni a Verona e Sassari.

Gli aggiornamenti – Sono 50 (2 ancora da eseguire) le ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite all’alba dagli agenti della Squadra mobile di Taranto richieste dalla Procura distrettuale antimafia. Vecchi boss condannati per mafia e recentemente scarcerati puntavano nuovamente a mettere le mani sulla città attraverso il racket delle estorsioni e la gestione di attività e cooperative.

Si cercava di ricostituire il clan D’Oronzo-De Vitis-Ricciardi – Secondo gli investigatori si cercava di ricostituire lo storico clan D’Oronzo-De Vitis-Ricciardi che negli anni ’90 imperversò a Taranto, in piena alleanza con il boss Antonio Modeo, detto il “Messicano”, scatenando una sanguinosa guerra di mala da centinaia di morti contro i tre fratelli Gianfranco Riccardo e Claudio Modeo. Facevano leva sulla fama criminale ma volevano aggiornare il loro look ed avere atteggiamenti più civili.

«Erano pronti a scatenare una nuova guerra – commenta il procuratore antimafia Cataldo Motta – e desiderosi di vendicarsi di chi negli anni della reclusione gli ha voltato le spalle e non li ha aiutati sostenendo spese legali ed aiutando i familiari, così come vuole il codice mafioso».

Nel mirino le attività imprenditoriali ed economiche più ricche della città costrette a pagare il pizzo. Nessuna ha denunciato le estorsioni subite.

Fra gli arrestati, anche un imprenditore, Fabrizio Pomes, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni per aver creato una serie di cooperative che si aggiudicarono la gestione di un centro sportivo del Comune. Il clan aveva ripreso vecchi e nuovi collegamenti, aveva teste di ponte a Verona, gestiva il traffico di droga ed aveva ampia disponibilità di armi. Dall’inchiesta emerge che De Vitis è anche mandante dell’omicidio di Antonio Santagato, ex fedelissimo dei Modeo, ucciso a colpi di pistola dai fratelli Pascalicchio nel maggio del 2013 a Taranto.

Il capo della Polizia Alessandro Pansa ha telefonato al Questore di Taranto complimentandosi con le donne e gli uomini della Polizia impegnati nell’attività investigativa che ha portato all’esecuzione di 52 misure cautelari nei confronti di appartenenti al clan D’Oronzo-De Vitis, ringraziando anche personalmente il procuratore della Dda di Lecce Cataldo Motta. Lo fa sapere l’ufficio stampa della Polizia in una nota.

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