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La mafia che fa politica in Paraguay

di Jorge David Figueredo – 1° dicembre 2014
medina-pablo-2Dopo l’assassinio del giornalista Pablo Medina e della sua assistente Antonia Almada per mano di sicari al servizio della mafia – uno dei presunti mandanti sarebbe l’ex sindaco della città di Ypejhu, Vilmar “Neneco” Acosta – si è sollevata nell’opinione pubblica la questione riguardante politici appartenenti a vari partiti, specialmente a quelli tradizionali, colorado e liberale, nonchè giudici, pubblici ministeri, poliziotti e funzionari di gran parte delle istituzioni pubbliche, che sarebbero vincolati al crimine organizzato e alla mafia.
Questo tipo di denunce, che vedono le autorità politiche, giudiziarie e parlamentari legate al narcotraffico e ad altre attività illecite non è una novità in Paraguay. Già ai tempi della dittatura del Generale Alfredo Stroessner (1954-1989) era noto che i prestanome dello Stronismo accumulavano fortune attraverso attività illecite, curando affari con mafiosi radicati sia all’interno che all’esterno del territorio nazionale. Da questo tipo di interazione e connivenza, secondo studiosi del crimine organizzato in Paraguay, è nata tutta una classe sociale nota come borghesia fraudolenta che, fino ad oggi, controlla il potere politico, economico e gestisce perfino la politica culturale del Paraguay.

La morte del giornalista antimafia ha risvegliato dal letargo tutti quei cittadini che desiderano vivere in un paese libero dal narcotraffico, dalle armi, dagli agro-tossici, dalla deforestazione e da ogni sorta di delitti commessi dai mafiosi nel territorio. Solo dal 1989 al 2013 hanno assassinato 115 contadini secondo il documento Chokokue, una minuziosa investigazione portata avanti dalla Coordinatrice di Diritti umani del Paraguay (Codehupy).
Secondo l’investigatore Hugo Valiente, la stessa mafia che ha ucciso Medina ha ucciso anche questi contadini. Vale a dire che dietro questi morti, fino ad oggi rimasti impuniti, c’è il potere criminale.
Possiamo affermare che esiste un prima e un dopo rispetto alla morte di Pablo ed Antonia nella storia della lotta contro la mafia in Paraguay.  Le organizzazioni civili e sociali hanno incominciato a mobilitarsi permanentemente esigendo giustizia per tutte le persone uccise dalla mafia. Ma non dobbiamo rimanere passivi con le braccia incrociate di fronte all’avanzare del crimine organizzato che non solo si è infiltrato nei tre poteri del Paese, ma ha creato anche delle basi per convivere con settori deviati dello Stato.
Per questo motivo, non dobbiamo diminuire o sottovalutare il potere terroristico della mafia che si nutre non solo di armi o violenza fisica bensì, soprattutto, di corruzione e della paura che si impadronisce di gran parte della popolazione paraguaiana, che non riesce a vedere che le istituzioni repubblicane regolate dalla Costituzione Nazionale stanno lottando per estirpare questo cancro della nostra società. Ci sono evidenze ed indizi che dimostrano il connubio esistente tra Mafia e Stato, e se tutti i cittadini onesti non su uniscono per affrontare insieme questo male la nostra incipiente democrazia e lo Stato di diritto possono essere gravemente distrutte, diventando, non solo una narcocrazia, ma uno Stato-mafia, a dirla come il sociologo italiano Umberto Santino, in uno stato infetto da un doppio fenomeno: le connessioni tra organizzazioni criminali ed istituzioni, rappresentate da uomini incriminati per corruzione o mafia, e l’uso, continuativo e frequente, di pratiche criminali da parte delle istituzioni stesse.
In definitiva le migliori armi che abbiamo noi cittadini per affrontare la mafia sono la parola, la denuncia, l’educazione alla cultura della legalità ed ovviamente l’informazione trasparente, libera, obiettiva capace di risvegliare la consapevolezza che viviamo in un sistema dove il potere criminale impera sovrano e che tocca a noi trasformarlo in una nuova civiltà dove prevalga la giustizia, la pace e l’amore.  Pablo Medina, con le sue denunce, ha affrontato il potere mafioso e gli è costato la vita. Non permettiamo più che altre vittime vengano sacrificate.

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