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“Quella testa di cazzo del sindaco continua a fa’ lo stronzo”

ignazio-marino-il-sindaco-di-roma-in-bici-che-non-ci-fa-piu-sognareUno stage per il figlio nella “sua” Fondazione in cambio di una struttura a Castelnuovo di Porto, località alle porte di Roma, dove sistemare centinaia di immigrati. Il baratto per portare a dama l’ennesimo flusso di immigrati — uno degli introiti più grandi per Mafia Capitale — sarebbe avvenuto tra il prefetto Mario Morcone, vertice del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Viminale, e Luca Odevaine, l’uomo al libro paga del clan di Carminati («je do cinquemila euro al mese»), da ex vice capo di Gabinetto della giunta Veltroni al Coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti asilo.

Il coinvolgimento del ministero dell’Interno è l’ultimo scandalo che salta fuori dalle carte dell’inchiesta “Mondo di mezzo”, diretta dai pm Luca Tescaroli, Paolo Ielo e Giuseppe Cascini. Emblematica un’intercettazione in cui Luca Odevaine, nel suo ufficio, parla con Mario Schina, consigliere della cooperativa sociale “Il percorso” che si occupa di campi rom.

È il 18 giugno del 2014, due giorni prima Morcone era stato nominato da Alfano nel suo nuovo incarico al Viminale. I due parlano di come riuscire ad aprire una struttura per immigrati a Castelnuovo di Porto. Il problema da risolvere è che in quella località esiste già un altro grosso centro. Odevaine spiega di aver contattato il prefetto Morcone. «Quando gli ho detto “dico guarda Mario c’è questa roba” dice “eh ma cazzo, l’hanno attaccati così”».

«Manco se ne accorgono », risponde Schina. Già. «Chi cazzo se ne accorge — replica Odevaine — che ce stanno 400 persone in più, lui (sempre Morcone, ndr) m’ha detto “sì effettivamente”, dico «eh, lì bisogna convincere Peppino Pecoraro (prefetto di Roma, ndr). Quando gli ho detto così mi fa “per carità io con Peppino non ci voglio avere niente a che fare”». Perché Pecoraro, a detta dei due, è una persona che le cose se le studia. «Per cui — conclude Odevaine — non so se Mario Morcone potrà forzare su Pecoraro, però se scrive al sindaco magari uno spazio c’è, però certo effettivamente 100 appartamenti davanti al Cara…».

L’ex capo della polizia Provinciale di Roma, ora in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso, la cui scarcerazione ieri è stata discussa al tribunale del Riesame, così come quella di altri 8 arrestati, tra cui l’ex ad Ama Franco Panzironi, ha un rapporto intimo con Morcone. «Io le cose gliele posso dire proprio — dice sempre a Schina nell’intercettazione del 18 giugno — ora mi stava venendo in mente che oggi m’ha chiesto “mio figlio si sta laureando, non so in che cosa” dice “mi piacerebbe fargli fare uno stage”. Dico “guarda te lo prendo io in Fondazione, Mario, figurati, lo sai…”.

Io posso pure a un certo punto che ne so dirgli Mario, famme la cortesia, prendimi al centro le 70 persone a Tivoli. Ecco per i rapporti che ho con lui io posso anche dirgli una cosa del genere». Anche per l’apertura del Cara di San Giuliano in Puglia Odevaine bussa alla porta di Morcone. «Quella testa di cazzo del sindaco — spiega Odevaine — continua a fa’ lo stronzo. Ho detto a Mario “se tu te la senti la requisisci (la struttura di interesse del clan, ndr)”, m’ha detto “io non c’ho problemi, io gliela requisisco”. Però se la requisisce, poi la gara la fa la prefettura capito?».

I CONTANTI PER I FONDI NERI

Al centro dei pensieri di Odevaine c’è anche il modo di gestire al meglio il flusso del “nero” da ripulire. Il sistema è quello delle fatturazioni per operazioni inesistenti. «Chi ci deve pagare ci dà 20.000 euro in contanti e noi glieli diamo a un signor X il quale ci paga una fattura falsa. Ci paga coi soldi nostri però».

Resta solo da trovare i complici. E anche qui Odevaine ha la risposta pronta: «Si può chiedere a Pulcini (il costruttore amico di Carminati più volte citato nell’inchiesta, ndr ). Lui è un cliente del Monte dei Paschi, uno dei clienti più importanti, quindi il Monte non ha nessuna difficoltà».

Intanto ieri, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha accolto la richiesta della procura di Roma e ha disposto il regime di 41 bis per Massimo Carminati.

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