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Vi racconto chi è George Winton, l’uomo che salvò 700 bambini dalle mani di Hitler (un monologo interrotto)

Il video del monologo che stavamo preparando. Tutto qui. Sulla bellezza e il coraggio di essere buoni:

Wintons_Prague_memorial_by_Flor_Kent_-_1Questa è una storia di treni e di cuori. Solo che i cuori alla fine battono più veloci e più rumorosi dei treni.
Lui è Sir Nicholas George Winton, nato a Londra, il 19 maggio del 1909, da una famiglia ebrea di origine tedesca. Winton è cresciuto a West Hampstead, il quartiere londinese su West End dove, già dal 30 giugno del 1879 è stata inaugurata la stazione della “Metropolitan Railway. Una storia di binari, fin dall’inizio. Già giovanissimo Nicholas si mostra abilissimo a “fare da conto” come si diceva dalle nostre parti in quegli anni di quelli che ci capivano benissimo di matematica e economia e infatti Winton lascia presto la scuola per lavorare in diverse banche in Europa prima di diventare, finalmente, intermediatore finanziario alla Borsa di Londra. È tornato a casa.

Siano nel 1938: a 29 anni Winton, con un buon lavoro e un buon stipendio, decide di concedersi una vacanza, con gli amici, a sciare sulle Alpi svizzere ma un suo amico, Martin Blake, gli propone di fare altro, di cambiare il biglietto per la Svizzera con uno per Praga. A Praga la temperatura era altissima: già ad Ottobre, in seguito all’accordo di Monaco, la regione dei Sudeti deo quella che al tempo era la Cecoslovacchia era stata annessa alla Germania. Poi, nella notte tra il 9 e 10 novembre, ci fu la “Notte dei Cristalli”.
Verso le ore 22 il Ministro della Propaganda Joseph Goebbels tenne un discorso molto acceso nel quale incolpava “gli ebrei” della morte di von Rath. Goebbels si riferì ai pogrom dei giorni precedenti e fece l’osservazione che il partito non organizzava azioni antisemite ma, laddove fossero accadute, non le avrebbe ostacolate. In molti interpretarono questa frase come un invito all’azione. E l’azione ci fu:
Nella notte tra il 9 e 10 novembre 1938 in Germania, Austria e Cecoslovacchia si parlò di 7500 negozi ebraici distrutti durante la notte del 9 novembre, di quasi tutte le sinagoghe incendiate o distrutte (secondo i dati ufficiali erano stati 191 i templi ebraici dati alle fiamme, e altri 76 distrutti da atti vandalici). Il numero delle vittime decedute per assassinio o in conseguenza di maltrattamenti, di atti terroristici o di disperazione ammontava a varie centinaia, senza contare i suicidi. Circa 30 000 ebrei furono deportati nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen.
“Notte dei cristalli del Reich” è una locuzione di scherno che richiama le vetrine distrutte, fatta circolare da parte nazionalsocialista e diffusa poi anche nella storiografia comune. Dello stesso atteggiamento di beffa nei confronti dei cittadini classificati “ebrei” fa parte anche l’obbligo imposto alle comunità ebraiche di rimborsare il controvalore economico dei danni arrecati.
A Praga Winton capì che i bambini, anche loro considerati “nemici di Hitler”, erano stati abbandonati da tutti. Con l’aiuto di Blake fondò un’organizzazione che aveva come scopo trovare genitori affidatari in Inghilterra e quindi salvarli. Winton pubblicò persino alcuni annunci sul giornale.
«Non bastava trovare una famiglia, ma bisognava anche trovare 50 sterline per bambino – che all’epoca erano un sacco di soldi – da dare al ministero dell’Interno», ha spiegato negli anni. Riuscì a trovare entrambi. La sua iniziativa divenne così famosa che dovette aprire un ufficio nel centro di Praga per smaltire le richieste di aiuto, qualcuno scrisse anche dalla Slovacchia. Il primo treno partì il 14 marzo del 1939, il giorno prima dell’invasione nazista nel resto della Cecoslovacchia. I bambini dovevano attraversare in treno gran parte della Germania. Una volta arrivati sulla costa dovevano imbarcarsi su un traghetto fino all’Inghilterra. L’ultimo treno partì nell’agosto del 1939. Era l’ottavo. Il nono convoglio venne fermato a fine mese, pochi giorni prima dell’invasione della Polonia da parte di Hitler. Treni e cuori. Di bambini.
Finisce la guerra, Sir Nicholas Geroge Winton torna a casa, a Londra. Lavora con la Croce Rossa e poi con la RAF, la Royal Air Force. I treni e i bambini rimangono sotto la polvere, c’è voglia di dimenticare la guerra. Tutta la guerra. Tutte le sfumature. E quei 669 bambini salvati rimangono un segreto, chiuso a chiave nella testa, solo suo.
Ma poi succede che, per fortuna, ogni tanto le belle storie delle belle persone spuntano fuori. Da un cassetto. Mica come modo di dire: proprio in un cassetto Greta, la moglie di Winston, nel 19888 trova i ritagli che raccontano di questa storia, dei treni, della guerra e dei bambini salvati. Decide di dare i “pezzi” di questa storia ad una giornalista.
Il finale, beh, il finale sembra il finale di un film. Viene organizzata una manifestazione, di nascosto, una specie di compleanno a sorpresa, ma gli invitati sono tantissimi e tutti festeggiati. C’era anche lui, Winton, e ovviamente di fianco a lui la moglie Greta. Ma lui non ne sapeva niente. Quando una ex bambina del treno racconta la storia Nicholas capisce, che tutto quello è per lui. Una riunione condominiale a forma di grazie. E intorno a lui, i “bambini del treno”, ora adulti, in piedi per salutarlo.
Oggi Winton ha una famiglia larghissima. Lui che ci sa fare con i numeri. Almeno 6.000 persone intorno al mondo che sono discendenti dei bambini che ha salvato.

Il vero problema, ha spiegato Winton , «è che sembra che non abbiamo imparato dagli sbagli del passato».
Oggi Nicholas ha 105 anni, è un po’ sordo, stanco per gli anni ma non ha perso lucidità. In una delle sue ultime interviste ha detto: “non mi sembrava straordinario quando l’ho fatto. Alcune persone sono nate grandi, alcune raggiungono la grandezza, e alcune hanno semplicemente la fortuna di avere una grande occasione. Io sono tra questi.