Tipo adesso, che ho appena finito di scrivere un articolo così veloce che sembrava non dovessero mai smettere di battere i tasti, ogni tanto a quest’ora mi rimangono in testa delle idee, mica poche, di una storia, di un pezzo o di un’inchiesta da provare ad annusare e ho le dita così stanche come penso che siano stanche le gambe stanche delle persone anziane che si preoccupano delle proprie gambe. E le idee mi rimangono in testa ma non mi arrivano alle dita come si ci fosse un imbuto ostruito in mezzo al petto.
E allora vado a dormire con la speranza che domattina, quando mi sveglio di mattina, domani, le idee non siano appassite e le abbia ancora tutte lì, chiare e in fila come sono adesso che è sera, senza nemmeno un piega sgualcita.
Così penso che la mia scrittura è l’orma migliore che mi potesse capitare di imparare a lasciare.
Capita anche a me.
“Così penso che la mia scrittura è l’orma migliore che mi potesse capitare di imparare a lasciare”.
Stupendo! Sembra la risposta alle mie sollecitazioni nei laboratori di scrittura autobiografica…
è piacevole leggerti, e sai coinvolgere con argomenti che ti toccano nel profondo,grazie di farlo
Scrivi cose interessanti e fai riflettere.
Bello…
Scusa #postit (lapsus del t9)
#possibile, Giulio, non vogliamo perderci nemmeno 1 delle tue idee.