Ogni tanto mi capita di avere gli stessi pensieri di Gilioli; così mentre mi metto a leggere prima di scrivere trovo qualcosa che mi ronzava in testa a cui Alessandro ha già dato una forma. Come questo post qui. Poco male, comincerò a preoccuparmi quando mi succederà lo stesso con Calderoli.
Tornando al punto, invece, firmerò e sostengo gli otto referendum che in questa torrida e povera estate stanno banchettando con i volontari sotto il solleone. Già avevo scritto sul senso della stampa per Civati ma anche il gioco del pregiudizio politico a sinistra devo ammettere che sta dimostrando il peggio di sé.
Il punto è: sono utili questi referendum? Sì. Sono condivisibili? Sì. Avrebbero potuto essere pensati con una migliore gestione delle relazioni sociali e un’organizzazione iniziale più aperta? Sì. E sono sicuro che il movimento ‘Possibile’ rifletterà su questo.
Però se andate a leggervi il materiale informativo e lasciate da parte quelli che li chiamano “i referendum di Civati” e prendete una decisione sarebbe un bene per tutti. Che siate d’accordo o meno. Perché ho la sensazione che quelli che ci dicono che “sono i referendum di Civati” siano quelli che indipendentemente dall’interesse collettivo hanno scelto chirurgicamente che ‘Possibile’ vada a sbattere. Nonostante siano ‘compagni’.