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Il problema del Colosseo è una classe politica con il senso dei gladiatori

Nuova immagine (3)Dunque il Colosseo diventa la perfetta pietra dello scandalo. Quello che i migranti sono per Salvini, per Renzi sono i diritti dei lavoratori e la cultura quando non serve da zerbino a qualche marchio della grande industria del lusso.

I beni nazionali sono quello che erano i leoni per gli antichi romani: divertimento puro da esporre allo straniero, senza nessuna considerazione per l’arte. Qui, da noi, il Colosseo serve per farci un logo su carta intestata o una statuetta da portare in dono nei viaggi internazionali.

Per fortuna qualcuno come Vittorio Emiliani rimette un po’ di dati in fila:

Con piglio decisionista napoleonico Matteo Renzi ha varato in giornata un decreto legge (si è perso il conto, credo) col quale i servizi museali vengono equiparati a quelli ospedalieri, ai trasporti pubblici, ecc. Cosa non facile sul piano giuridico e che però accontenta la “pancia” di chi non sopporta i sindacati. Il problema di fondo era questo? No, proprio no. L’hanno notato Massimo Cacciari, Tomaso Montanari, Simone Verde e non molti altri (quorum ego, diceva il Brera). Il problema centrale è rappresentato dalle risorse cronicamente scarse che i governi destinano ad Arte & Cultura: nel 2006, ultimo governo Prodi, non erano un granché però rappresentavano ancora lo 0,40 % del bilancio statale. Col governo Berlusconi si sono più che dimezzate precipitando allo 0,19. Va precisato, a questo punto, che, secondo dati Istat, nel 2011 l’Italia – col formidabile patrimonio che ha ereditato – figurava al 22° posto nella classifica della spesa, in assoluto e in percentuale sul PIL, sotto la media Ue e dopo Malta, Cipro e Bulgaria. Non dovremmo arrossire e indignarci per questo che la causa di quasi tutto?

Pare di no. La nota integrativa al bilancio statale per il triennio 2014-2016 prevede un ulteriore calo delle risorse da spendere per “tutela e valorizzazione (fa sorridere) dei beni e delle attività culturali e del paesaggio” pari all’8,3 % . Calo ancor più marcato, così imparano ( – 9,4 %), per i beni archeologici: dove avrà scovato il ministro Franceschini i 20 milioni di euro da destinare alla hollywoodiana Arena Colosseo già celebre per la sua superfluità Il primato però nella riduzione delle risorse toccherebbe ai beni artistici, architettonici e paesaggistici (messi assieme in un gran minestrone): – 10,3 %. Quanto all’organico dei dipendenti ministeriali, in certi casi è già dimezzato, coi musei e gallerie che aprono quando possono (nel polo Bologna-Ferrara il personale è sceso da un’ottantina a meno di venti addetti).

Secondo dati sindacali, con le nuove piante organiche varate con decreto (e ti pareva) da Franceschini in agosto, i dipendenti del Ministero – che erano a quella data 25.175 – devono scendere a 19.050 Condite tutto ciò col silenzio/assenso su grandi opere, lottizzazioni, villaggi, ecc, e con la sottomissione delle Soprintendenze

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