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La speranza senza speranza

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Che colore ha la speranza oggi? Me lo chiedevo stamattina seduto nei camerini di uno dei circhi storici d’Italia, insieme ad un’icona del teatro, del cinema e poi del circo. Discutevamo del pubblico che ormai raggiunge al massimo un divertimento amaro. Lei che aveva cominciato da bambina, come clown in miniatura con il nome d’arte di «Lacrima», e mi raccontava come fosse legge del teatro e del cinema e dello spettacolo tutto la cultura del lavoro. «Lavoro più degli altri, meglio degli altri, poi magari mi appoggio su un barlume di talento che mi è caduto in tasca per sorte e arrivo al risultato.  Come sarebbe tutto più semplice, ho pensato, se davvero ci fosse non dico la meritocrazia che ormai è parola talmente vuota da essere buona per una statuetta da presepe, ma almeno il lavoro, almeno quello», si pensava.

Perché ci avevano fatto credere che il modello capitalista funzionasse proprio perché premia il lavoro, ci avevano detto. L’hanno raccontato ai nostri genitori e anche ai nostri nonni prima di loro e si erano convinti davvero che un sistema che premiasse la fatica sarebbe stato alleno giusto. Giusto come sono giunte le cose perché ti danno di speranza di riuscire: un Paese giusto, un processo giusto, una rete sociale giusta, una pensione giusta, una sanità giusta, una giusta classe dirigente.

Risultato? Fallito. Perché davvero bighellonando in giro per l’Italia tra scuole e palcoscenici mi succede sempre più spesso di notare nel viso, quelli giovani, di chi ti chiede che occhi abbia la speranza, ecco, mi capita sempre più spesso di parlare di speranza come si parla di animali selvatici ad un bambino metropolitano. Con il gusto per lo sconosciuto e con tutta la fatica di cogliere la speranza per davvero.

Ma esattamente quando abbiamo perso la speranza? Dico, quando ci siamo accorti che continuavamo a citarla ma non ce n’era più in giro? Perché mi è rimasta questa domanda qui, fissa in testa, da stamattina al circo. Quando ci hanno rifilato questa speranza senza speranza, prodotta in serie come le possibilità che in realtà non sono possibili?