Vai al contenuto

I nuovi affiliati alla renzicrazia

Verdini

Io non so se vi è capitato di leggere chi siano i verdiniani nominati dal governo. Per fortuna ne scrive De Angelis qui:

«Eva, il primo nome. Destinata alla vicepresidenza della commissione Finanze. Eva è la senatrice Eva Longo, una delle colonne del Pdl di Nicola Cosentino, approdata in Ala proprio su promessa di un incarico parlamentare. Appagato l’appetito anche Vincenzo Compagnone e di Pietro Langella, altro campano eccellente. Pietro Langella in una relazione per lo scioglimento del Comune di Boscoreale era considerato “esponente dell’omonimo clan”. Omonimo perché suo padre Giovanni, detto “il Paglietta”, era un boss trucidato nel 1991 per ordine della “cupola” agli ordini di Carmine Alfieri, capo della Nuova Famiglia. Langella, che diversamente da Cosentino non ha avuto problemi con la giustizia, da allora di carriera ne ha fatta approdando a palazzo Madama col Pdl e ora approdando alla vicepresidenza della commissione Bilancio. Si chiede Roberto Speranza, leader della minoranza dem: “Forse è il caso che Renzi ci dica se esiste una nuova maggioranza politica che sostiene il governo con Verdini dentro. Se è così si apra un dibattito pubblico e in Parlamento”

La maggioranza invece c’è, ma non si dice. Si capisce dai posti: “Tre in quota Ala, una presidenza alle Autonomie, la Giustizia ad Alfano”. È questo l’accordo raggiunto nelle stanze del capogruppo Zanda. Tradotto dal politichese: il Pd, pur di trovare la quadra, rinuncia a una presidenza di Commissione, per compensare le Autonomie e per lasciare tre vicepresidenze ai verdiani. L’accordo prevedeva Antonio Fravezzi ai Lavori pubblici ma poi, una manovra delle opposizioni lo fa franare, consentendo di rimanere presidente ad Altero Matteoli, uno che con Denis Verdini ha sempre avuto rapporti eccellenti».