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L’allarme del numero uno dei pediatri? Una bufala. Guarda un po’.

padiatrafamilyday

Ne scrive Adriano su Fanpage:

«Insomma, messa in questi termini, la cosa sembra avere una certa rilevanza, soprattutto se contestualizzata alla discussione al Senato del ddl Cirinnà che, appunto, prevede la stepchild adoption. Il punto è che, ancora una volta, siamo di fronte a un diversivo, all’ennesima manovrina tattica per inquinare il dibattito in corso sulle unioni civili. E che ciò sia stato fatto strumentalizzando l’opinione di un pediatra, appare chiaro anche allo stesso Corsello, che in una intervista a Repubblica ha ridimensionato la portata del suo intervento:

Il mio voleva essere un contributo positivo al dibattito, non una presa di posizione pro o contro la stepchild adoption. Era solo per dire che la priorità è la salute psicologica del bambino e la legge deve considerare prima di tutto questo. Non è la stessa cosa avere due genitori eterosessuali o omosessuali e questa diversità il bambino la percepisce, o meglio la potrebbe percepire, quando si relaziona coi suoi coetanei. […] Ci tengo però a chiarire che non è sempre così, non è una posizione ideologica. È una sollecitazione a chi fa le leggi a tenere conto di ogni singola situazione

Insomma, un invito alla prudenza, peraltro da parte di uno studioso da sempre vicino al mondo “cattolico” (non che questa sia una pregiudiziale, sia chiaro). Però, ci sono davvero molte cose che non quadrano, a partire da un dato di fatto: “l’allarme” del numero uno dei pediatri è del 27 gennaio scorso, il giorno prima cioè che cominciasse la discussione parlamentare del ddl Cirinnà. Come mai sia stato ripescato dai bassifondi del web non è proprio chiarissimo (o meglio, lo è, ma per oggi abbiamo esaurito il bonus retropensieri). Come mai sia diventato solo ora il cavallo di battaglia del fronte del no alle unioni civili è un altro mistero».