Un gran lavoro di Mario Portanova:
Non è stato necessario neppure un articolo, è bastata la domanda di un giornale locale. E il vicecoordinatore di Forza Italia a Desio, alle porte della Brianza, ha scelto di dimettersi. Il motivo? Christian Marrone appartiene a una famiglia che vede diversi componenti pesantemente coinvolti nelle inchieste su ‘ndrangheta e politica nella cittadina in provincia di Monza. E se vale sempre il principio che le colpe dei padri non ricadono sui figli, la sua presenza ai vertici del partito berlusconiano ha suscitato più di una perplessità, dato che nel 2010 la storica giunta Lega-Pdlcadde sull’onda dell’inchiesta Inifinito sulla ‘ndrangheta in Lombardia, e il cognome dei Marrone ricorreva in quelle carte. Le stesse in cui si leggeva che a Desio la ‘ndrangheta era arrivata a “permeare i gangli della vita politica comunale” e i boss locali “possono contare su esponenti di rilievo della vita pubblica per risolvere problemi e ottenere vantaggi all’interno della pubblica amministrazione”.
Queste vicende non hanno impedito l’ascesa di Christian, anche se proprio sui rapporti fra mafia e politica il partito berlusconiano ha perso la guida di Desio, dove dal 2011 regna una giunta di centrosinistra che ha fatto della rottura con gli intrecci politico-affaristico-mafiosi del passato una bandiera. Il 26 gennaio, però, Ignazio Marrone è incappato in un nuovo ordine di custodia cautelare della procura di Milano, questa volta per associazione mafiosa. La Direzione distrettuale antimafia considera lo zio del politico – originario di Canicattì (Agrigento) – “pienamente inserito nella cosca Iamonte di Desio“, con un ruolo di cerniera fra gruppi criminali calabresi e siciliani trapiantati in Brianza. Non solo. In queste nuove carte è citato (non indagato) anche il padre di Christian, Gioacchino Marrone, già arrestato per droga nel 2009. Con Ignazio – di professione sfasciacarrozze – discute fra l’altro di armi e di un acquisto di “candelotti di dinamite” al prezzo di 300 euro l’uno.
Così ilfattoquotidiano.it e Il Cittadino di Monza e Brianza (che sabato 13 febbraio esce con un articolo in merito) hanno iniziato a ricostruire queste vicende per chiederne conto ai vertici di Forza Italia a Desio. In riposta è arrivata la comunicazione delle dimissioni di Christian Marrone, accompagnata però da una sorta di diffida ai cronisti. Il vicecoordinatore si è fatto da parte “per tutelare il nome del partito e dei suoi membri”, scrive in una email la portavoce del partito Cinzia Bertazzo. Che avverte: “Qualora si verificasse nuovamente da parte vostra l’associazione delle figure di Forza Italia al passato ed alle persone allora coinvolte ci vedremo costretti ad adire le competenti sedi” e “senza ulteriore avviso”. In primavera Desio torna al voto e i cronisti che vogliano raccontare le relazioni pericolose dei nomi in lista sono avvisati.
“Apprendo con soddisfazione delle dimissioni”, afferma in un nota Lucrezia Ricchiuti, senatrice Pd che dal consiglio comunale di Desio denunciava gli intrecci tra mafia, politiica e affari anni prima dell’inchiesta Infinito. “Certo sulla persona non ci sono addebiti e credo che la decisione sia stata dettata da una riflessione sull’opportunità politica di rivestire quel ruolo”. Quanto alla reazione di Forza Italia, “se un partito vuole presentarsi come ‘il nuovo’ non può non fare i conti con il passato”. E la stampa “non deve essere considerata un fastidio né tantomeno intimidita con più o meno velate querele”.
(fonte)