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persinsala recensisce lo spettacolo ‘L’amico degli eroi’

(fonte)

(recensione di Fabio di Todaro)

Schermata 2016-06-02 alle 09.30.31Ne L’Amico degli eroi, andato in scena al Teatro della Cooperativa, Giulio Cavalli ripercorre l’ascesa sociale del politico siciliano, riconosciuto dalla giustizia come un trait d’union tra Cosa Nostra e l’alta finanza.

La storia dell’Italia dell’ultimo ventennio in un intreccio ferale tra mafia e politica, è così che Giulio Cavalli, accompagnato dalle musiche di Cisco Bellotti, ci ricorda cos’è avvenuto nel nostro paese tra la fine degli anni ’70 e l’inizio del nuovo millennio. Ne L’Amico degli eroi, al Teatro della Cooperativa di Milano, l’attore, da sempre impegnato in rappresentazioni di teatro civile, ripercorre la storia giudiziaria e le relazioni di Marcello Dell’Utri con Vittorio Mangano e Silvio Berlusconi. Passando da un monologo all’altro, Cavalli coinvolge il pubblico e lo guida per mano nella drammaticità vissuta (e soltanto di rado portata a galla) lungo la Penisola sul finire del ventesimo secolo.

Lo sfondo è, con la proiezione di documenti, interviste e video che suffragano quanto raccontato dal protagonista, un valido accompagnamento, Dell’Utri viene descritto come «un giovane siciliano arrampicatore sociale che decide di essere l’anello di congiunzione di due mondi totalmente differenti: l’imprenditoria milanese estrema e l’arrembante mafia siciliana». In mezzo ci finisce la politica, con la nascita di Forza Italia e l’ascesa di Berlusconi. Cavalli riporta i passaggi conclusivi della storia giudiziaria di Dell’Utri, «un’attività volontaria, consapevole e specifica che ha contribuito al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa Nostra, alla quale è stata offerta l’opportunità di entrare in contatto con importanti ambienti dell’economia e della finanza», sempre con la mediazione di Dell’Utri.

Lo spettacolo è interessante e coinvolgente, Cavalli si conferma un’eccellente narratore delle vicende di mafia di questo Paese, come peraltro già dimostrato con Nomi, cognomi e infami. Al Cooperativa toccherà probabilmente inserire questo spettacolo nella prossima stagione, per evitare che risulti penalizzato dalla messa in scena in coda a quella appena conclusa.