Lasciamo perdere Renzi, non diamogli questa soddisfazione e parliamo della riforma costituzionale. Proviamo, per oggi, anche a lasciare perdere chi l’abbia presentata (Boschi, Verdini o chi per loro) e immaginiamo che ce la stia proponendo la persona di cui ci fidiamo di più. Facciamo che il nostro collega o il nostro amico alla solita colazione insieme ogni giorno al bar ci dica che ha avuto una grande idea per superare il bicameralismo.
Immaginate che vi dica che il Senato viene abolito, anzi no, vi dice che in realtà non viene abolito ma sensibilmente ridotto e diventa molto meno influente nella tenuta del governo.Non vota la fiducia, per esempio ma si occupa comunque di questioni importanti per il funzionamento dello Stato e le regioni. Vi dice, il vostro fidato amico, che i senatori non saranno mica pagati. Anzi, meglio: otterranno certo la diaria e il rimborso e godranno comunque dell’impunità dei senatori.
Detta così, pensate voi davanti al cornetto e cappuccino, non sembra nemmeno troppo male. Vi verrebbe da chiedergli però come saranno scelti questi senatori che, nella storia della repubblica, per com’era pensato il senato, dovrebbero essere degli eletti di cui andar fieri. Anche perché la nuova legge elettorale (un pasticcio come tutte le mediazioni che vorrebbero mettere insieme parti che non hanno interessi convergenti, tipo Cuperlo con Formigoni, per intendersi) premia con un importante premio di maggioranza il partito vincitore e gli “eletti” in realtà sono nominati dal segretario di partito. Che poi qui da noi un segretario di partito sia anche il Presidente del Consiglio (e autore della legge elettorale e di questa deforma costituzionale) è una coincidenza particolarmente sfortunata.
(il mio buongiorno per Left continua qui)