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Giulio Regeni è la stella cadente

San Lorenzo. Notte di stelle cadenti da cogliere al volo per bisbigliare un desiderio. Stelle cadenti. Per tutto l’anno sono i miti abbattuti e solo per una notte all’anno diventano occasioni da pescare: basta poco per trasformare il declino in poesia. Basta crederci.

La stella cadente di quest’anno ha la faccia appuntita di Giulio Regeni, ha la forza misurata dei suoi genitori capaci di essere disperati con un equilibrio saggio, capaci di volere la verità senza cedere all’odio. Io no, io davvero devo ammettere che il silenzio su Regeni mi fa impazzire, strappare le unghie, mi fa venire voglia di morsicare i cervelli di quelli che dovrebbero muoversi, mi spreme il cuore in un dolore liquido e lento.

La mia stella cadente, il mio desiderio è che finisca la farsa intorno a Giulio. Che si rimettano almeno, per amore della verità (o per l’amor di dio per quelli per cui conta), in ordine i fatti, i pesi, le misure e i personaggi. Che si smetta di soffiare nell’iperbole di Regeni come spia pur di non sentirsi colpevoli, che si dica una volta per tutte che ci fa schifo l’Egitto se l’Egitto è quel Paese in cui si muore con una motivazione falsa, poi subito dopo con cento cause diverse e poi alla fine in nessun modo credibile.

Vorrei che i membri del governo tutti pancia a terra per la riforma della Costituzione avessero la stessa frenesia per vederci chiaro. Vorrei che i telegiornali considerassero la mancata verità ogni giorno una notizia degna d’esser data.

(il mio buongiorno per Left continua qui)