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Toglieteci la Lorenzin

Basta. Davvero, basta. Abbiamo sopportato la castrazione mentale della ministra nelle sue perverse idee della famiglia tradizionale, l’abbiamo sopportata mentre lei (a capo del Ministero della Salute) diffondeva notizie false sulla cannabis, abbiamo subito l’orripilante campagna sul fertility day con la donna erta a utero fecondo e poi l’abbiamo sentita frignare scuse patetiche e ora ci ritroviamo di fronte all’ennesimo stereotipo del negro sporco brutto e cattivo: c’è un momento in cui si ha il dovere di dire basta. Basta. Questa grottesca signora a capo di un ministero è indegna, incapace e inopportuna.

Il punto, attenzione, non è nei contenuti politici che possono essere più o meno condivisibili: qui si tratta di estirpare un luogocomunismo che ridicolizza l’Italia agli occhi del mondo e lo Stato agli occhi dei cittadini. Beatrice Lorenzin è la testimonial perfetta dell’antipolitica più becera che si nutre delle inettitudini della classe dirigente e lei, la ministra, è il viagra perfetto per spargere rabbia e indignazione.

Non si tratta nemmeno di una linea politica che ha ben poco da vedere con un presunto e pretestuoso governo di centrocentrocentrocentrosinistra: se è vero che Renzi da tempo ci dice che questa è oggi l’unica maggioranza possibile (e qui se ne potrebbe scrivere per ore) è altresì innegabile che la Lorenzin non sarebbe potabile nemmeno se avesse pensieri condivisibili. Qui parliamo di una leggerezza (o una malafede) da sacrestano di uno sperduto paesello di fine ottocento. La Lorenzin svolge il proprio ruolo di ministra con la banalità di una chiacchierata da bar. La Lorenzin, insomma, è la peggior cattiva abitudine a cui rischiamo di abituarci.

Renzi ci spieghi, ma davvero, come sia possibile che nel cesto del NCD non si riesca a trovare qualcuno più preparato e attento. Se è una questione di poltrone assegnate per accontentare gli alleati allora scambiamo la Lorenzin con dodici sottosegretari, regaliamo agli alfaniani un giudice costituzionale o qualsiasi altra cosa che possa risarcire Angelino per un ministro in meno e che possa risarcire noi dall’aver avuto una tale ministra. Anche un ministero vacante riuscirebbe a fare meglio.

(continua qui)